rassegna stampa

Tavecchio si dimette tra urla e accuse. Malagò punta la FIGC

Nel giorno del suo addio, l'ormai ex presidente della Federazione ne ha per tutti

Redazione

Urla, punta il dito, sbatte il pugno sul tavolo. Arringa la folla di giornalisti, li doma per lunghi tratti, "È uno sciacallaggio politico!". Carlo Tavecchio sceglie la conferenza d’addio (o arrivederci?) per trasformarsi in un mattatore. Rancoroso, ma lucidissimo. È arrabbiato, ma incredibilmente presente a se stesso. Ce l’ha con tutti ("Io mi sono dimesso, e gli altri?"), ma con due in particolare: Cosimo Sibilia, che l’ha mollato, e Giovanni Malagò, che da un po’ provava a fargli mancare la terra sotto i piedi.

Come riporta l'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", il personalissimo duello a distanza con Malagò è un po’ il filo conduttore della narrazione di Tavecchio. "Pago per colpe non mie, che dovevo fare? Cacciare il c.t. nell’intervallo di Italia-Svezia? Ve lo ha raccontato Malagò che Ventura non l’ho scelto io, ma Lippi (l’ex c.t. ha smentito, ndr)". "Se avessimo segnato anziché prendere il palo sarei un grande. Ma quali sono i risultati delle altre federazioni?".

E qui veniamo alla scelta compiuta da Cosimo Sibilia, che di fatto ha messo in minoranza il presidente federale. "Io e Tavecchio avevamo concordato che per andare avanti ci sarebbe voluta una maggioranza più ampia, che comprendesse anche la Lega Pro di Gravina", ricorda il presidente della Lnd. "Non lo giudico, la sua è una scelta politica legittima, anche se non me l’aspettavo. Quando mi hanno detto – erano le 11.45 – che la mia componente, con cui ho condiviso 18 anni di vita, non mi dava più il sostegno, ho deciso subito di dimettermi".

A completare, con l’auspicato rinnovo della governance, un percorso virtuoso iniziato mesi fa. Di seguito l’elenco delle cose buone fatte per il calcio italiano secondo Tavecchio: "I centri federali, la riforma dei campionati giovanili, le norme per la sostenibilità, lo sviluppo del calcio femminile, i successi in politica estera", su cui si dilunga: "La Var, le elezioni di Infantino e Ceferin, 4 squadre in Champions, Uva vicepresidente Uefa!". Pausa. Riprende fiato. Che farà nei prossimi giorni Carlo Tavecchio, a parte traghettare la Figc a nuove elezioni o al commissariamento? "Una gita sul Sassolungo, la partita della Pontelambrese...". E in futuro? "Pensate che a 74 anni abbia bisogno di una poltrona? Certo, se dovessero avere ancora bisogno di me... Magari torno dai miei ragazzi della Dilettanti". Brividi.

(V. Piccioni, A. Catapano)