"Lo psicodramma Zaniolo" cannibalizza tutto. Dal bell’omaggio dell’Olimpico a Monica Vitti sino alla 100° in Serie A di José Mourinho. Ma lo 0-0 finale mette a nudo sia i limiti attuali della Roma, sia i progressi che il Genoa di Blessin – in avvio con 7 titolari diversi rispetto all’andata - fa registrare. I 23 tiri verso la porta dei giallorossi (mai così tanti in questo torneo finora) finiscono per essere effetti speciali, visto che Sirigu non ha dovuto compiere interventi difficili. La sensazione è, scrive Massimo Cecchini sum La Gazzetta dello Sport, che lo Special One abbia ragione e torto insieme. Ragione perché la squadra necessita di quel regista che in due sessioni di mercato non è arrivato; torto perché insistere con tre centrali difensivi contro un Grifone con un’unica punta e, poi per quasi mezz’ora in inferiorità numerica, non è stata una idea eccellente, tanto più che la squadra, anche per via del buon pressing rossoblù, tende spesso ad allungarsi. La scalata verso la Champions rallenta, anche perché la Roma ha 5 punti in meno rispetto al 2021. Morale: a lungo l’applauso più convinto che si alza dagli spalti è quello per Francesco Totti, in tribuna. Comprensibile. La squadra di Mourinho, anche quando riesce a saltare la prima pressione - grazie soprattutto a Oliveira e Mkhitaryan - non trova gli spazi giusti per far male.
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La Gazzetta dello Sport
Tanti tiri innocui e idee poco chiare. Gli applausi? A Totti
Ben 23 le conclusioni a rete ma Sirigu non ha dovuto compiere interventi difficili
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