Ieri qualche sprazzo si è cominciato a vedere. Un gol di testa in tuffo, un assist per Destro, un altro decisivo per Uçan e a chiudere un altro gol, stavolta anche con un diagonale di destro che non è il suo piede. Che Iturbe stia crescendo si vede, che abbia ancora delle difficoltà a calarsi nel calcio di Rudi Garcia anche. Ma è questione di adattamento, tempi e condizione fisica. Del resto, uno come lui, baricentro basso ed esplosività muscolare, può fare la differenza solo quando arriverà anche la condizione. Per il resto, oltre ai consigli di Rudi, ci pensa Francesco Totti, che in questa tournée austriaca si è messo spesso lì, al fianco di Manuel, per spiegargli tagli, movimenti e tempi di gioco.
notizie rm
Tagli, cross, uno-due. Iturbe a scuola da Totti. La Roma prende forma
Avesse avuto Totti con sé a Verona, avrebbe segnato valanghe di gol. Lo potrà fare qui, a patto che capisca che con Garcia non si gioca solo di rimessa.
NIENTE GABBIE «Tu vai, poi ci penso io a trovarti, non ti preoccupare», gli ha detto in allenamento Francesco. Un maestro migliore a Manuel non poteva capitare. Totti è il miele di cui cibarsi, l’unico capace di abbassarsi e mandarti in verticale in ogni situazione. Quelle, per Iturbe, sono le migliori, quelle in cui può infilarsi a campo aperto e puntare la porta. Avesse avuto Totti con sé a Verona, avrebbe segnato valanghe di gol. Lo potrà fare qui, a patto che capisca che con Garcia non si gioca solo di rimessa, il calcio non è tutta ripartenza e accelerazioni, ma anche possesso palla, testa, gioco ragionato. I tempi vanno studiati, c’è il momento di andare e quello di aspettare. E anche difendere. «A Manuel dobbiamo lasciare tempo per migliorare sul piano fisico. Lui è attento, lavora, ascolta e cerca di fare quello che gli chiedo - dice Garcia - Bisogna trovare il giusto equilibrio tra i consigli e la sua creatività offensiva».
QUANTE SOLUZIONI Già, perché Iturbe quando accelera può essere devastante. Lo scorso anno, a Verona, sterzava spesso da destra a sinistra, rientrando per poi calciare o fornire un assist. O si trovava a giocare l’uno contro uno, per poi servire o la palla alta sul secondo palo per Toni o quella bassa, per il taglio della punta sul primo palo. Quest’anno nella Roma la gamma delle soluzioni a sua disposizione si è allargata. Un po’ perché il gioco di Garcia è più propositivo, un po’ proprio perché c’è Totti, con cui Manuel in campo dialoga. È già successo che dopo lo scarico centrale sul capitano, gli andasse a girare attorno, avendo poi due soluzioni: o il passaggio di ritorno da Totti o l’inserimento a centro area per andare a prendere il cross dell’esterno.
INTESE DOC Cose che magari si vedranno anche oggi, a Vienna, quando Iturbe andrà a caccia del suo primo gol in giallorosso. E chissà, magari ci penserà proprio Totti a mandarlo in porta. «So che sul campo si creano delle intese tra giocatori e questo non può essere sottovalutato da un allenatore - dice Garcia -. Ma non ci saranno due squadre, a seconda che giochi o meno Totti. Quello che conta sarà tenere in forma Francesco, se sta bene fisicamente può fare di tutto. Lui ha sempre voglia di giocare, il mio compito sarà quello di tenerlo sempre in buona condizione fisica». Per lui, ma non solo. «Se Francesco c’è, la squadra gioca, vince e si diverte di più». Per la conferma, chiedere a Iturbe tra un po’, quando sarà calato del tutto nel gioco di Garcia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA