rassegna stampa

Tachtsidis, un cucchiaio alla scuola di capitan Totti

(Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) – l suo segreto, forse, è racchiuso nel nome di battesimo che si legge sulla maglietta: Panagiotis. In greco significa «tutto santo» (o santissimo).

Redazione

(Gazzetta dello Sport - M.Cecchini) - l suo segreto, forse, è racchiuso nel nome di battesimo che si legge sulla maglietta: Panagiotis. In greco significa «tutto santo» (o santissimo).

Nessuna meraviglia, perciò, che a 21 anni Tachtsidis sia stato il più giovane giocatore della storia dell'Aek Atene ad esordire in campionato (16 anni e 348 giorni) e che domenica a Chicago si sia presentato alla Roma con un gol a cucchiaio allo Zaglebie Lublino che ha ricordato alcuni dei gol più belli di capitan Totti. Insomma, Tachtsidis santo subito, verrebbe da dire. Mito Totti Al di là della rete, comunque, piazzato davanti alla difesa il ragazzo ha convinto per tecnica e personalità. Zeman, d'altronde, lo vede in quella posizione, e se il greco in precampionato si guadagnerà qualcosa di più dei galloni della semplice alternativa a De Rossi (già al lavoro a Trigoria), è possibile che il boemo trovi il modo di farli convivere, magari allargando l'azzurro a destra, un ruolo a lui meno gradito ma simile a quello che ricopre in Nazionale. Per il momento, comunque, Tachtsidis si gode l'impennata di popolarità e i complimenti di Totti. «Lui è il mio mito, il gol che ho fatto me l'ha ispirato lui — spiega —, visto che li fa sempre in allenamento, e gliel'ho anche detto. Io cerco di dare tutto me stesso ogni giorno. Stare alla Roma è una cosa incredibile, ancora non ho capito dove sono, ma pian piano mi rendo conto che cosa significhi giocare in un grande club. I compagni mi hanno fatto i complimenti per l'esordio, dicendomi di continuare così».

Benedizione Zeman Insomma, la Roma sembra aver fatto un buon affare ad aver preso la metà del cartellino di Panagiotis per 1,25 milioni dal Genoa, che lo aveva acquistato dall'Aek e ceduto in prestito prima al Cesena (0 presenze), poi al Grosseto (8) e quindi al Verona, dove è esploso ed ha folgorato Zeman. E il boemo, dopo il buon esordio del ragazzo, lo racconta così: «Ha fatto cose belle e anche errori di sufficienza, ma adesso si perdona tutto. Comunque sono soddisfatto di lui, ha fatto bene, anche se può fare molto meglio. È un giocatore che vede il gioco, che mette la palla di prima. Sono convinto che può darci una grossa mano». Pallotta & Menino Avrà modo di dimostralo già domani contro il Liverpool. Inutile dire che sarà vietato fare brutte figure, visto che in tribuna ci sarà anche il presidente ombra James Pallotta, che ieri ha incontrato la squadra dicendo poche parole prima di invitare tutto il gruppo a pranzo al ristorante Nebo, gestito dalle sorelle Christine e Carla. «Complimenti a tutti per la partita di Chicago — ha detto —. Mi piace questo modo di affrontare gli avversari, giocando sempre all'attacco. È la strada giusta, vedrete che quest'anno ci toglieremo delle soddisfazioni. Vengo dagli sport americani e so quanto conti la logica del gruppo e il sacrificio dei singoli. State lavorando bene». Lo ha ripetuto anche nell'incontro avuto in mattinata col sindaco Thomas Menino, di origine irpina, primo «major» italo-americano di Boston. Un personaggio potente, popolare (guida la città dal 1993) e ricco anche di una aneddotica di gaffe non irrilevante. Ad accompagnare Pallotta c'erano anche il d.g. Baldini e l'a.d. Pannes, e con tutti Menino si è complimentato: «Sono felice che sia nato questo rapporto con Roma, la capitale d'Italia. Auguro alla squadra le massime fortune». Coi tempi che corrono, ce n'è parecchio bisogno.