Sette i punti di distacco dalla Juventus. Musica che annoia, mai una gioia si dice a Roma: sette sconfitte su sette partite allo Stadium, sei in campionato e una in Coppa Italia, 19 gol subiti, il ritorno a casa sempre pieno di dubbi. Al netto di una prestazione che a tratti non è neppure dispiaciuta, al netto pure però di un Gerson all’ala che ha ricordato a qualcuno di buona memoria il Marcos Assunçao contro il Liverpool edizione Capello, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". Roma stupita, stupito pure Radja Nainggolan: «È chiaro che siamo abituati a giocare con Salah – ha spiegato il belga –. Abbiamo cercato una nuova via con Gerson, è giovane, ha dimostrato personalità, ma certo lo scatto di Salah ci è mancato. Peccato, perché abbiamo sette punti di distacco dalla Juve, vuol dire che per tentare il recupero dobbiamo sperare in tre loro sconfitte, non poche. È dura, ma dobbiamo crederci. Anche perché le loro occasioni sono arrivate solo quando noi eravamo protesi in avanti a cercare il gol. Orsato? A volte non ti fa neanche parlare, normale che ti innervosisci».
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Szczesny all’attacco: «Serve essere uomini e non ragazzini…»
Il portiere scuote i compagni: «Inferiori nella mentalità». Nainggolan rilancia: «Ora non molliamo»
Più duro (con la squadra) il compagno Szczesny, senza il quale la sconfitta sarebbe stata più ampia. Il polacco non ha usato parole banali: «Tra noi e la Juventus non c’è differenza di qualità, ma di mentalità. In campo dobbiamo comportarci più uomini e meno da ragazzi». Pare un mea culpa definito: «Abbiamo giocato bene solo dopo il gol subìto. Ora il distacco si fa più ampio, complicato da colmare specie con una grande squadra».
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