Oggi Kevin Strootman si presenterà davanti alla Corte sportiva d’appello – assistito dallo staff legale della Roma – per cercare di convincere i giudici di quanto sia stata sbagliata la decisione di comminargli due giornate di squalifica.
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Strootman va in appello per riavere Milan e Juve
L’olandese spera di veder annullati i due turni di squalifica
Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", nella tesi difensiva elaborata dal club giallorosso, l’elemento principale, ovviamente, sarà la mancata correlazione tra l’espulsione di Cataldi e la presunta simulazione di Strootman. Ma le (utili) immagini complessive raccontano anche altro. Ad esempio, dei 4 decimi appena passati tra il momento della caduta dell’olandese e quello in cui si rialza. O la sua maglia che al momento della strattonata si allunga di ben 35 centimetri e l’impossibilità, da parte di chi non era in campo, di poter stabilire con esatta certezza la forza della strattonata, per giudicare se potesse determinare la caduta. Nel video, inoltre, si nota la presenza del quarto uomo, che ha provveduto a dividere Cataldi e Strootman, fattispecie che determinerebbe l’impossibilità di poter applicare la prova tv (che prevede come presupposto che l’arbitro e i collaboratori non abbiano visto il fatto). Inoltre, come scrive Massimo Cecchini, sarà sottolineata anche un’altra stranezza. Sembra che nella mail della procura federale invece che una semplice segnalazione del caso, ci fosse già una definizione causa-effetto. Ovvero, la simulazione che ha portato all’espulsione, con la procura che si sarebbe sostituita in partenza al giudice.
(M. Cecchini)
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