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La Gazzetta dello Sport

Stop alle trasferte per tutti i tifosi, decisione ingiusta

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Si danneggia una maggioranza silenziosa che meriterebbe di essere ascoltata e tutelata

Redazione

Fermi tutti, nessuno si muova. Si va verso il divieto per tutti i tifosi di Napoli e Roma di andare in trasferta, possibili uno o due mesi di stop, scrive Andrea Masala su La Gazzetta dello Sport. Sarebbe la prima conseguenza del giro di vite che si è deciso di dare dopo gli incidenti di domenica scorsa, la guerriglia sull’Autostrada del Sole tra ultras azzurri e giallorossi. L’unico precedente di un fermo così drastico risale al 2014, quando fu imposto agli atalantini per tre mesi. Avete letto bene: il blocco dovrebbe essere rivolto ai tifosi, non ai soli ultras. Quindi, per fare un esempio, un appassionato romanista che volesse recarsi a vedere la sua squadra del cuore a Lecce l’11 febbraio, magari con la famiglia, si dovrà mettere il cuore in pace e accomodarsi davanti alla tv. Idem per il napoletano che desiderasse farsi una gita a La Spezia il 5 febbraio.  Il no sarebbe per tutti: bandite le distinzioni di sorta, si tratterebbe di un netto taglio lineare. Senza venire scambiati per anarchici del terzo millennio, la si potrebbe definire una limitazione della libertà personale. Il decreto si realizzerebbe senza badare alle eccezioni e alle diverse opportunità, che verrebbero negate al comune cittadino che non si è mai nemmeno sognato di aggredire chicchessia, dentro o fuori da un impianto. È la via più elementare da seguire, ma di sicuro danneggia una maggioranza silenziosa che meriterebbe di essere ascoltata e tutelata. Soprattutto se si vuole contribuire a creare un clima civile negli stadi e nel calcio in generale. Si potrebbe invece intervenire in maniera più mirata e con misure quasi sartoriali, a partire da una più puntuale opera di prevenzione e intelligence.  Perché non è giusto che, per una minoranza di criminali che possono essere comunque isolati, bloccati e puniti, ci rimetta soprattutto chi il calcio lo ama davvero.