rassegna stampa

Stipendi: la dieta c’è, ma non si vede

(La Gazzetta dello Sport – C.Laudisa) – Ecco la virata tanto attesa, anche se la strada dei risparmi è ancora lunga.

Redazione

(La Gazzetta dello Sport - C.Laudisa) - Ecco la virata tanto attesa, anche se la strada dei risparmi è ancora lunga. Finalmente le grandi hanno dato l'esempio e il loro monte-stipendi è sceso, con le milanesi a fare da battistrada. E in modo sostanziale. Un anno fa le venti di serie A avevano sfondato la soglia psicologica del miliardo e cento milioni, considerando il companatico dei bonus. Invece l'ormai noto sacrificio estivo di talenti ha indirettamente aiutato a centrare i salutari risparmi. Il danno tecnico è eloquente. Senza Ibra e Thiago Silva, Lavezzi, Maicon o Julio Cesar la serie A ha meno appeal. Purtroppo.

Maxi-dieta In compenso i conti sono meno in rosso. Anzi, il Milan centra il pareggio di bilancio dopo l'ultima chiusura a -69. Così il club di via Turati vanta un dimagrimento-record di 60 milioni dovuto non solo alle vendite, ma anche alla linea di austerità appena introdotta. Una scelta che sta complicando non poco la vita ad Allegri, viste le incertezze ambientali di queste settimane. Ma il club di Berlusconi ora può programmare una crescita negli anni compatibile con le esigenze del Fair play finanziario.

Svolta Inter In questo solco c'è anche l'inversione di tendenza dell'Inter di Moratti, che cala di 40 milioni. Persi gli introiti della Champions, il club di Palazzo Saras doveva frenare l'emorragia di denari causata dall'ultimo -93. Così Branca e Ausilio hanno ben gestito una difficile campagna di rinunce. Via gli ingaggi più pesanti (Julio Cesar, Maicon, Lucio e Forlan) hanno avviato i primi passi del risanamento. Poi, alla scadenza dei prossimi contratti, tutto avverrà in maniera più graduale.

Lo scatto Invece la Juventus, con il ritorno in Champions, ha investito sul mercato e le spese sono aumentate, facendo leva su contratti flessibili che danno molto spazio ai bonus. Così il tetto dei 115 milioni a fine anno avrà un sensibile ritocco, ovviamente a seconda dei risultati in Italia e in Europa. E virtualmente il club di Agnelli è destinato al primo posto di questa hit.

L'esempio Nell'analisi generale il virtuoso Napoli fa sempre bella figura. Nonostante una crescita complessiva e il ritocco a Cavani (4,5 milioni) il resto della rosa di Mazzarri ha stipendi contenuti, tanto che il totale lordo per De Laurentiis resta sui 54 milioni lordi.

Meno bluffAnche la Roma ha provato a limare le spese, ma il lordo resta lo stesso sui 95 milioni. E c'è una spiegazione tecnica: rispetto a un anno fa sono spariti molti bonus, facendo crescere la base fissa. In più pesa il rinnovo a Daniele De Rossi, uno dei tre top player del campionato. È considerevole anche l'ascesa delle spese della Lazio. E non perché Lotito abbia cambiato politica. Sono tornati a casa tanti tesserati in esubero: tanto che ora Petkovic ha disposizione ben 34 giocatori. con il fardello di 66,2 milioni.

I risparmiAd ogni modo la media-borghesia della serie A ha provato a contenere la voce emolumenti: il Genoa più di tutti con un -7 milioni, il Siena è sceso di 4 milioni e il Palermo ha ridotto di 2,6 milioni. Ci sono poi i casi di Samp e Torino, due club da sempre attrezzati con costi di gestione notevoli. E il loro ritorno in A incide sui conteggi generali, visto che prendono il posto di Cesena, Lecce e Novara. E anche questo fattore incide nella disamina complessiva. Certo, è esemplare il Pescara con soli 10,8 milioni di spese. Una sfida impossibile? Merita simpatia. Con l'auspicio che la voglia di dimagrire si diffonda.