rassegna stampa

Lo stadio slitta ancora. Mangerà il panettone?

Il proposito di posare la prima pietra a giugno del prossimo anno è diventato una battuta di spirito. Che certamente non fa ridere Pallotta.

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Come volevasi dimostrare, la proposta di deliberazione sul progetto «stadio della Roma a Tor di Valle» continua a subire sorpassi a destra e sinistra. La settimana scorsa è finita dietro le «comunicazioni del sindaco» su Pandagate , Tor Sapienza e affini, in questa ha ceduto il passo ad una «variazione di bilancio» (il cui esame, peraltro, deve ancora essere concluso), la prossima dovrà farsi da parte per il tanto atteso «assestamento di bilancio», com’era lecito attendersi vista la sua imminente scadenza (30 novembre). In futuro, chissà, potrebbe lasciare il posto anche alla discussione della candidatura di Roma ai Giochi del 2024.

CHE DICE PALLOTTA?  Seriamente — e non tralasciando il fatto che davanti a sé ha pure cinque interventi di riqualificazione urbanistica che rischiano di prendersi tutta la prima settimana di dicembre —, a questo punto lo stadio della Roma, e sempre che nel frattempo l’assestamento di bilancio fili via liscio e non esploda qualche altra bega tra Marino e il Pd, rischia di vedere la luce solo martedì 9 dicembre, quando potrebbe cominciare la sua discussione in assemblea. Che significa — considerate le criticità del progetto e il fatto che in virtù di esse si presti abilmente a polemiche politiche — il rischio concreto di ottenere il parere dell’aula Giulio Cesare non prima della metà del mese o, peggio, sotto Natale. In quel caso, vorrà dire che dalla delibera di Giunta sull’«interesse pubblico» dell’opera (4 settembre) saranno trascorsi due mesi e mezzo! Qualunque cosa si pensi dello studio di fattibilità presentato da Parnasi e Pallotta, è un tempo intollerabile per i parametri stabiliti dalla legge di stabilità del 2013 e per le previsioni del presidente della Roma. Il proposito di posare la prima pietra a giugno del prossimo anno è diventato una battuta di spirito. Che certamente non fa ridere Pallotta.