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Stadio Roma, Il Comune insiste. Lettera a Parnasi “Ora vogliamo spiegazioni”

Presto Gaetano Papalia potrebbe chiarire alcuni dettagli della vicenda in una conferenza stampa.

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Fastidio e preoccupazione. Non inficiano il progetto, ma creano qualche grattacapo. Il fastidio nasce dall’ignoranza. «Noi non ne sapevamo nulla», giurano dal Comune. Cioè, in Campidoglio hanno appreso del fallimento della Sais di Gaetano Papalia – la società che il 22 giugno 2013 ha ceduto l’area di Tor di Valle all’Eurnova di Luca Parnasi per 42 milioni di euro – dalla rassegna stampa mattutina. E la colazione, ovviamente, gli è andata di traverso. La preoccupazione, invece, deriva da uno dei possibili scenari futuri, che è improbabile ma non si può del tutto escludere: e se il curatore fallimentare cui è stata assegnata la pratica, Maurizio Battista, decidesse di invalidare quel contratto di vendita, che fine farebbe la pratica «stadio della Roma»?

SPIEGAZIONI  «È proprio per questo che abbiamo chiesto all’Avvocatura di inviare una lettera alla proprietà del terreno – racconta l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, che ieri ha tenuto a battesimo la task force del Comune, registrando nel progetto della Roma il “rispetto dei termini previsti dalla legge di stabilità” –. Chiediamo formalmente notizie sul trasferimento di proprietà allo scopo di valutare le eventuali implicazioni che la dichiarazione di fallimento del precedente proprietario potrebbe comportare». Tradotto: il Comune prima di mettersi l’anima in pace vuole sapere da Parnasi termini e riferimenti di quel contratto. Ieri il costruttore romano ha stabilito il primo contatto con il curatore e presto Gaetano Papalia potrebbe chiarire alcuni dettagli della vicenda in una conferenza stampa. Aspettiamo.