Le chiamano “sliding doors”, semplicemente sono i momenti in cui c’è da stare dentro oppure uscire dalle porte – quelle della Serie A – dove è stato difficilissimo entrare, scrive Marco Magi su su La Gazzetta dello Sport. Lo Spezia è lì, come ha detto abbondantemente nell’ultimo periodo, "artefice del proprio destino". Troppe le occasioni sprecate, troppi i punti persi lungo il percorso ed oggi è davvero il giorno della verità. In 1.253 saranno all’Olimpico per contrastare le oltre 60mila voci giallorosse. Nel girone di andata 18 punti, nel ritorno soltanto 13. Un cambio di allenatore, da Gotti a Semplici a fine febbraio, che non ha portato i frutti sperati. Il prossimo campionato chi sarà in panchina? Intanto, il contratto del tecnico toscano, a scadenza il 30 giugno, automaticamente decadrà in caso di retrocessione, ma verrà prolungato di due anni se si salverà; il veneto, invece, è ancora legato al club fino a giugno 2024. La società ha ripianato la cassa con varie operazioni, ma soprattutto – al di là della vendita record di Kiwior all’Arsenal per 25 milioni di euro nel mercato di gennaio – grazie alla liquidità di una proprietà americana targata Platek. Se sarà Serie B? I progetti positivi di bilanci in ordine e squadra da valorizzare (ma non necessariamente di vertice) non cambiano, così come non muta quanto ormai già definito da Regione Liguria e Comune di La Spezia: in autunno una nuova tribuna, oltre ad altre migliorie in altri settori del Picco. In più, per una ventina d’anni, anche la gestione del centro sportivo di Follo, dove la squadra si allena. Cosa capiterà, infine, al direttore generale Eduardo Macia e al collaboratore Stefano Melissano? Molti degli acquisti del mercato invernale (Cipot, Krollis, Moutinho, Zurkowski e Shomurodov in particolare, ma pure Marchetti) non hanno contribuito per quanto dovevano e in ottica futura questo potrebbe pesare.
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Spezia in A? Semplici resta. Futuro incerto per il Dg Macia
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