rassegna stampa

Spalletti lega la Roma al video: «Ora guardate tutti gli errori»

Dura lezione tv dopo il k.o.. E su Pjanic: «Tutta la mia squadra migliore di lui, persino i magazzinieri».

Redazione

Ieri Luciano Spalletti ha virtualmente incatenato al video la squadra dopo la sconfitta di Bergamo per sottolineare tutti gli errori commessi. E a questo proposito, si sussurra che Manolas e altri non abbiano gradito qualche appunto più severo del previsto. D’altronde, tra i malumori, la poca grinta dei giocatori e gli errori tattici – evidenziati anche dalla sfuriata di Nainggolan al suo vice Domenichini – anche l’umore del tifo giallorosso vira verso il basso, nonostante al fischio d’inizio Spalletti avesse a disposizione panchinari costati un sessantina di milioni.

Tornando sul Ninja, c’è da segnalare la malinconica smentita del giocatore su twitter riguardo alla sua stizza al momento dell’uscita dal campo («Incredibile cosa inventano i giornalisti, non è assolutamente successo niente di quello che si dice...»). In realtà dalla Roma confermano tutto, doverosamente minimizzando. Per questo il tam tam mediatico su una suapossibile cessione a gennaio è stato subito smentito dalla Roma, nonostante la filosofia del club sia nota: davanti all’offerta giusta non esistono incedibili. Certo, sia il belga che Manolas hanno capito come al momento per la Roma il loro rinnovo non sia una priorità e di sicuro questo non migliora l’umore dei due, però è difficile che la squadra venga smontata in corsa, come scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.

Il rendimento in trasferta è deficitario. Non è un caso che il gruppo di Spalletti fuori casa – nell’era Usa – in 7 partite abbia fatto meglio solo di Luis Enrique (8 punti a 7), mentre le stagioni di Zeman e tutte quelle di Garcia erano state migliori (13, 17, 13, 10). Per scacciare la malinconia, comunque, l’allenatore ha pensato a Dzeko. «È il prototipo dell’attaccante ideale, anche se deve essere più cattivo – ha detto al sito bosniaco «oslobodjenje.ba» –. In estate gli dissi che era un attaccante perfetto, ma che non giocava bene. Mi rispose che lo sapeva, ma che voleva rimanere per dare il meglio di sé». Poco diplomatico è stato invece con Pjanic. «È un calciatore fantastico, però ora gioca altrove. Quindi la mia squadra è migliore di Pjanic, tutta, compresi i magazzinieri».