Com’è Spalletti? Permaloso, ironico, visionario, tagliato con l’accetta. La prima avventura a Roma era finita con molte ombre a livello mediatico, sospetti e dispetti, ma sul piano del gioco c’è poco da discutere: i tifosi romanisti hanno conservato di Spalletti un ricordo felice per il gioco della Roma, molto meno allegro per i risultati raccolti sul campo delle grandi d’Europa. Spalletti è l’uomo che ha conteso lo scudetto all’Inter del primo Mancini proponendo un calcio innovativo e ferocemente bello, ma è anche caduto a Old Trafford sotto un diluvio di gol. Spalletti è l’uomo difficile che ha fatto sentire la Roma alla pari con i club più titolati e pazienza per i tonfi. La morale potrebbe essere: se non si riesce a raccogliere trofei, meglio perdere giocando bene, per questo forse nei tifosi trionfa la nostalgia e il ricordo di quella Roma magari non vincente, ma bella.
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Spalletti a Roma remake complicato
Tornare a Roma ed essere fiammeggiante come un tempo è la sfida che si presenta a Spalletti. Un compito complicato, il migliore per un visionario del calcio
L’interrogativo, come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", a distanza di anni resta: questo Spalletti è ancora il tecnico pittore della sua prima Roma, capace di disegnare un sottile linea rossa difficile da superare, o è un allenatore che torna come tanti altri prima di lui a cercare il tempo perduto nei luoghi dove è stato felice?
Spalletti è emigrato in Russia trascinato da un fiume di soldi, è stato corteggiato da tanti nelle ultime stagioni, è libero da contratti e sembra arrivata l’ora di rientrare nel club più amato. Tornare a Roma ed essere fiammeggiante come un tempo è la sfida che si presenta a Spalletti. Un compito complicato, il migliore per un visionario del calcio.
(Alessandra Bocci)
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