Il ritorno dei tifosi allo stadio a settembre. Una partita, non facile, che il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora vuol vincere rispettando le norme per il contenimento del Covid, in coincidenza pure con le esigenze di cassa dei club, non a lungo differibili: "Se la curva epidemiologica ce lo consentirà, a settembre si potrà tornare a vedere il pubblico negli stadi. Ovviamente non riempiendo lo stadio come si faceva prima, ma anche rispettando tutta una serie di misure che sono allo studio in queste ore"come riporta Alessio D'Urso su La Gazzetta dello Sport.
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Spadafora: “A settembre il ritorno dei tifosi negli stadi”
Il ministro: "Ma non con impianti pieni come prima, allo studio una serie di misure". Obiettivo dei club: il 60% della capienza
Misure su cui è al lavoro il Comitato tecnico scientifico - recepite le indicazioni della Lega - e che si concentreranno sui controlli (ingressi scaglionati, verifica della temperatura corporea e uso delle mascherine), ove possibile sull’automatizzazione delle porte per evitare il più possibile il contatto con le superfici e, soprattutto, sul distanziamento interpersonale.
Che prevede la riduzione della capienza degli impianti per aumentare lo spazio tra gli spettatori (uno ogni due seggiolini? Una disposizione a scacchiera una sì e una no?). Il quadro non è ancora del tutto chiaro, anche perché ogni stadio è diverso dall’altro e sarà inevitabile usare parametri differenti. Di sicuro, le società temono che la distanza interpersonale di un metro si traduca in una capienza degli impianti del 50%, considerata antieconomica. Mentre già un 60% potrebbe risultare accettabile, accompagnato magari da qualche “deroga di buon senso”, sempre ammesso che il coronavirus resti nelle retrovie com’è adesso.
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