rassegna stampa

Sotto accusa il no al vincolo sulla tribuna. Nuovi coinvolti, è il “fronte” più a rischio

Il vincolo architettonico era stato l’ostacolo più alto nel cammino del progetto, ora è diventato uno dei capitoli nevralgici della vicenda

Redazione

Sopravviverà il progetto stadio a Tor di Valle alla tempesta giudiziaria dell’«Operazione Rinascimento»? Una delle prime risposte può nascondersi nella famosa tribuna dell’ormai ex ippodromo, disegnata da Julio Lafuente e inaugurata nel 1959. Il vincolo architettonico era stato l’ostacolo più alto nel cammino del progetto, ricorda Valerio Piccioni su "La Gazzetta dello Sport". Ora è diventato uno dei capitoli nevralgici della vicenda.

Nel registro degli indagati c'è anche l’avvocato Claudio Santini, «mediatore illecito» secondo gli inquirenti, incaricato dal gruppo Parnasi di costruire un rapporto con il soprintendente Francesco Prosperetti, anche lui indagato. Come altri personaggi che compaiono nei diversi passaggi burocratici che hanno portato all’archiviazione del vincolo architettonico in sede di Soprintendenza - l’architetto Paolo Desideri, collaboratore del gruppo Parnasi - ma anche nel successivo pronunciamento della direzione generale del ministero dei Beni Culturali (Cesare San Mauro e Sandro Amorosino, secondo gli investigatori consulenti «ingaggiati da sodalizio», che avrebbero «concordato in parte il parere di inammissibilità» con Paolo Carpentieri, capo dell’ufficio legislativo del Mibact) di fronte al ricorso presentato da Italia Nostra (che ieri è tornata a chiedere lo stop al progetto stadio) e all’istanza di Clara Lafuente per il riconoscimento del diritto d’autore sull’opera.

L’intreccio di contatti, consulenze, compensi indiretti che per la Procura rappresentano meccanismi illeciti, ha influito in modo determinante sulle decisioni prese? A questa domanda comincerà a rispondere il ministero dei Beni Culturali. Il suo nuovo titolare, Alberto Bonisoli, ha ufficialmente avviato un’ispezione. Serviranno alcune settimane. La tribuna della discordia compare sul palcoscenico della storia del nuovo stadio della Roma nel gennaio del 2017 con un pronunciamento della soprintendenza del Mibact, raccolto dalla conferenza dei servizi per lo stadio il 15 febbraio. A quel punto, si procede a una sospensione di 120 giorni, nel frattempo cambia l’interlocutore istituzionale, che diventa la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma diretta da Prosperetti. Che il 14 giugno 2017 firmerà il via libera. Poi il lasciapassare definitivo in sede di Ministero con il no ai ricorsi. Fino al nuovo stop di fatto di questi giorni.