Interrogandosi sui problemi della Roma si arriva a capire che quelli principalisono molto più di campo che di scrivania come evidenziano Massimo Cecchini e Davide Stoppini oggi su La Gazzetta dello Sport.
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Sos, la Roma non sa più segnare
Dopo il derby, in campionato, solo tre gol, di cui due rigori a Bologna e una punizione di Pjanic a Torino che neppure era un tiro in porta
Questa Roma non riesce più a produrre una produzione offensiva importante. L’equilibrio s’è perso, s’è persa la Roma, rimasta al derby dell’8 novembre: da allora, in campionato, solo tre gol, di cui due rigori a Bologna e una punizione di Pjanic a Torino che neppure era un tiro in porta. Non sa più come segnare (solo un gol nelle ultime quattro partite in assoluto), non sa più come tirare.
È, come ormai certificano anche i numeri, lo zero assoluto senza Gervinho. E verrebbe da dire pure senza Salah, lontano parente — per motivi fisici — del giocatore che inventava da solo azioni da rete a ripetizione.
Dice Rudi Garcia che «l’autostima c’è». Dice pure che a Dzeko non si poteva chiedere di più in fase offensiva. In effetti, a mettersi nei panni del bosniaco, verrebbe da chiedersi il perché di tutte le critiche ricevute per i pochi gol segnati in campionato.
Ecco il lavoro al quale è chiamato ora Garcia: ridare equilibrio alla Roma. Riuscire a ricostruire una squadra in grado di rendersi pericolosa senza concedere palle gol a chiunque. La scelta di abbassarsi a Napoli vale come presa di coscienza del momento, ma pure come un’ammissione di inferiorità. E un invito al lavoro a Trigoria, ma a quello ci ha già pensato Pjanic.
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