Mourinho deve costruire al meglio le fondamenta della Roma, la squadra con cui punta a vincere l’ennesima sfida della sua vita, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Già, perché Mou ha accettato di allenare nella Capitale per tre motivi: l’empatia con i proprietari (i Friedkin), l’ansia di vincere dove non succede da quasi quindici anni (l’ultimo successo risale alla Coppa Italia del 2007-08) e la voglia di dimostrare a chi lo considera un allenatore "bollito" di essere invece ancora in grado di dire la sua. Mourinho è l’uomo giusto, quello che ha riacceso di colpo i sogni dei tifosi giallorossi.
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Solidità, cuore e mentalità: la mano di Mourinho sulla sua Roma
Il portoghese lavora sui difetti strutturali. La squadra ha già un carattere diverso. Ma serve qualcosa: Douglas Luiz o Zakaria
Per riuscirci Mourinho sta lavorando su quelle che ha individuato come la falle principali della Roma ereditata da Paulo Fonseca: la solidità difensiva e la forza caratteriale. Mourinho, da uomo intelligente qual è, ha deciso di partire proprio da lì, dai difetti strutturali. E così ha dato equilibrio difensivo alla squadra, ma soprattutto gli sta cambiando pian piano la mentalità. Un’altra Roma, quella della scorsa stagione per intendersi, nel momento di difficoltà si sarebbe sciolta. Questa no, in un modo o nell’altro cerca di andarsi a prendere tutto quello che vuole prendersi. Poi si potrà anche pareggiare o perdere, come dice spesso il portoghese. Ma il cambio di mentalità sarà funzionale anche per il futuro. Per arrivare, appunto, a vincere qualcosa nell’arco dei prossimi tre anni.
Per riuscirci, però, Mou sa anche bene che lui da solo non basta. Serve lo staff, la società. E servono i giocatori. E anche in Turchia su questo ha stimolato la società. A modo suo, con la solita furbizia. Grandi elogi, seguiti dalla richiesta. "Qualcosa ci manca, spero arrivi presto o per la prossima stagione". Già, quel qualcosa è ovviamente il centrocampista centrale (Douglas Luiz, Zakaria e Anguissa continuano ad essere i profili seguiti da Pinto), un cambio adeguato per Karsdorp (Reynolds non è ancora pronto) e – forse – anche un difensore centrale, soprattutto se la situazione di Smalling non dovesse migliorare.
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