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Slancio Juve, a CR7 e soci basta un tempo. Tris alla Roma: è semifinale

LaPresse

I bianconeri battono 3-1 la Roma: a segno Ronaldo, Bentancur e Bonucci

Redazione

Non è questione di essere incontentabili: la Juve è più forte, ha più soluzioni, più individualità, più alternative, più tutto, e non le importa ora di trovare in semifinale Torino o Milan. Sa che può farcela sempre. Piace anche contro la Roma, ha momenti spettacolari, Ronaldo segna un gol vecchi tempi partendo da lontano, Higuain è commovente di generosità, Douglas Costa vede cose che gli umani non percepiscono, riporta "La Gazzetta dello Sport". Ma va a strappi. Alterna grandi momenti a pause non comprensibili, spettacolo davanti e qualche problema dietro. Tanto che il gol lo prende ancora e viene salvata due volte da Buffon. E la Roma è piccola, senza Dzeko e Zaniolo, con poche opzioni.

Quello che è mancato ieri ai bianconeri è l’istinto omicida. La fame e la spietatezza con le quali chiudi il conto con largo anticipo. La Roma, soprattutto per un tempo, non è mai riuscita a contrastare il potere bianconero. Fonseca pensava di attendere basso, tanto che Florenzi e Kolarov restavano quasi in linea con i centrali, e affondare. Solo che quel minimo di costruzione di Diawara svaniva nel nulla una volta arrivata la palla all’irriconoscibile Pellegrini, al fantasma di Kalinic, alle controfigure di Under e Kluivert. Trequarti di niente.

La Roma ha gran parte dei suoi sotto standard. In difesa l’unico a reggere veramente è Smalling, oltre a Santon entrato bene nel secondo tempo. In mezzo Cristante è impreciso e perde palloni e contrasti. Davanti, mancando Dzeko, è come se fosse scomparsa l’energia positiva. Le misure in corsa di Fonseca – dentro Santon, Florenzi più alto, Veretout in mezzo – hanno dato vigore al 4-2-3-1, ma forse serviva qualche intuizione diversa. Sarri, per esempio, temendo il doppio binario romanista sulle fasce, dopo un quarto d’ora aveva obbligato Douglas Costa a fare l‘esterno del 4-4-2 senza palla. Roma migliorata, ma è stata la Juve a concedere qualcosa dietro, sbagliando le occasioni in contropiede. I giallorossi sono entrati bene nel secondo tempo, palo di Kalinic e poi l’autogol di Buffon su gran tiro di Under sulla traversa, e questo ha restituito un po’ di carica vitale che ha pensato Buffon a spegnere.

Domenica quello di Roma sarà un po’ il derby della delusione. Roma fuori come la Lazio e con molti meno alibi. A Napoli, invece, si sfideranno le prime due semifinaliste, ma da prospettive ben diverse.