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Fabio Simplicio è rimasto esattamente come ce lo ricordavamo da calciatore. In un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha raccontato le emozioni vissute nei suoi trascorsi in Italia, da Parma fino a Palermo e alla Roma con Totti e De Rossi. "Daniele è un brasiliano mancato. Aveva l’anima del festaiolo. Poi in campo era un esempio, un tifoso in campo". Tanti ricordi. "Arrivai in Italia grazie a Sacchi. A Roma ho incontrato due persone che mi hanno lasciato senza fiato: si chiamano entrambe Francesco. Una l’ho vista a Trigoria, l’altra a San Pietro. E mi batteva il cuore dall’emozione".
A proposito di Totti, andò a Roma per lui?
"Mi sono emozionato due volte: quando ho visto lui e quando ho visto Papa Bergoglio a San Pietro. E si chiamano entrambi Francesco. Mi creda, una cosa speciale. E sì, l’ho scelta per il prestigio e per giocare con Totti e De Rossi. Ci siamo divertiti. Avevamo un gruppo di brasiliani che ne combinava una al giorno".
In quegli anni giravano notizie sulla vostra poca professionalità. C’era chi scriveva che vi presentavate agli allenamenti ubriachi…
"Roma, si sa, è una piazza complicata per radio, voci e giornali. Stupenda, ma tosta a livello mediatico. Io ricordo quando all’inizio ero infortunato e non giocavo, si parlava di me dicendo un sacco di cose false. A parte tutto, però, un paio di volte siamo arrivati ubriachi per davvero... almeno noi brasiliani".
È vero che la voleva Mourinho?
"Sì, sono stato vicinissimo al trasferirmi all’Inter. Parlai anche con Moratti e so che Mou mi avrebbe voluto in mezzo al campo. Saltò tutto per questioni di soldi"
C’è qualcuno nella sua carriera che l’ha delusa?
"Ho sempre avuto buoni rapporti con tutti, ma c’era un direttore che non poteva vedermi, Walter Sabatini. Mi ha fatto fuori sia a Palermo che a Roma".
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