rassegna stampa

Simone Valente: “Il dossier Stadio riparta. Abete? Se ha tre mandati…”

Parla il sottosegretario al ministero per i Rapporti con il Parlamento e responsabile Sport del M5S

Redazione

L'Onorevole Simone Valente, sottosegretario al ministero per i Rapporti con il Parlamento e responsabile Sport del M5S, è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport, in merito a vari argomenti rguardanti la città di Roma.

Lei era uno dei papabili per il ministero dello Sport, poi...?

"La conferma di un ministero era nel nostro programma, poi è stata fatta un’altra scelta e all’inizio ne sono rimasto amareggiato. Ora, però, sono convinto che il sottosegretario Giorgetti sia una persona competente e capace. Vedremo se riusciremo a realizzare comunque le cose scritte nel contratto di governo".

Nella scorsa legislatura, lei e i suoi colleghi del M5S provaste a difendere il limite di due mandati per i dirigenti sportivi, poi saliti a tre. La legge è entrata in vigore a febbraio e già si prova a interpretarla...

"A me pare che ci sia poco da interpretare, se si riferisce alla questione della Federcalcio...".

Sì, il caso Abete rischia di aggravare uno scontro istituzionale già in atto con il Coni.

"Di cui io non voglio occuparmi. Ma se mi chiedete un parere sulla ratio della norma, per come la intendo io chi ha svolto tre mandati, indipendente dalla loro durata, non può ricandidarsi. E chi è in carica, può fare solo un altro giro. Poi deve interrompere la sua esperienza. Ripeto, nella legge non si fa menzione della durata di un mandato. Vale anche per noi eletti del Movimento".

La Figc è commissariata e quattro componenti chiedono di andare al voto al più presto, ma il Coni deve prima adeguare il suo Statuto alla legge sui mandati e ai nuovi principi informatori. Che ne pensa il Governo?

"Si esprimerà il Dipartimento preposto. Io posso solo dire che nessuna delle questioni sul tavolo è nel contratto di governo. Noi cominciamo ora a confrontarci su cosa da fare per riformare tutto lo sport".

L’amministrazione Raggi e la Roma difendono il dossier stadio finito nel tritacarne di un’inchiesta penale. Per lei il progetto può andare avanti o no?

"La magistratura ha già detto due volte che gli atti sono legittimi. L‘amministrazione e i proponenti hanno fatto uno sforzo importante per tutelare l’utilità pubblica dell’opera e al tempo stesso ridurre le cubature. A meno che gli inquirenti non stabiliscano il contrario, penso che per il bene di Roma, del Paese e del nostro calcio, questo stadio debba realizzarsi così come è stato concepito".

Lei si è pentito di aver detto no a Roma 2024?

"No, perché il mio non è mai stato un no a prescindere, come quello del Movimento. Ritenevo giusto dire no a quel progetto...".

Da Roma scappano in tanti...

"Ma no, si sono fatti e si faranno altri grandi eventi, la Formula E ad esempio. E fuori da Roma, abbiamo sostenuto Cortina 2021".

Alessandro Catapano