rassegna stampa

Silenzio, parla Zeman. De Rossi in ascolto

(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Ottobre nero ha colpito ancora. Nel mese più infame per Zeman — 32 vittorie, 26 pareggi e 39 sconfitte, media punti 1,26 — Trigoria è tornata il posto un po’ naif

Redazione

(Gazzetta dello Sport - A.Catapano)Ottobre nero ha colpito ancora. Nel mese più infame per Zeman — 32 vittorie, 26 pareggi e 39 sconfitte, media punti 1,26 — Trigoria è tornata il posto un po' naif e molto anarchico dei bei tempi: giocatori e allenatore scontenti (ognuno dal suo punto di vista), dirigenti silenti, giornalisti impertinenti.

CADUTI Col carico da undici, anche questo in ossequio alla tradizione, degli infortuni muscolari, una iattura fin dai tempi di Spalletti, tornati d'attualità con Zeman. Ieri è stato il turno di Mattia Destro, messo k.o. da una fitta al polpaccio destro. Se contusione o lesione si stabilirà oggi, comunque il più meschino dei guai muscolari, sufficiente a estrometterlo dalla trasferta di Genova. Dovrebbe esserci, invece, il collega Osvaldo, pure lui costretto ad abbandonare l'allenamento pomeridiano, ma per un mal di schiena. Stesso acciacco di cui soffre Burdisso, altro caduto di ieri, segno che Nicolas non riesce a reggere i ritmi del sergente Zeman. Osvaldo e Burdisso sono anche due dei tre epurati di Roma-Atalanta, ma ovviamente è solo un caso.

ATTESA Come lo spiacevole episodio capitato ieri a Daniele De Rossi, anzi al papà Alberto: pizzicato dai vigili di Ostia a bordo dell'auto del figlio con l'assicurazione scaduta, ha rimediato sequestro dell'auto e multa di 800 euro. Non è proprio periodo per De Rossi, almeno a Roma e dintorni. La vita privata gli va finalmente bene. È nel lavoro che deve tribolare. Nelle ultime due settimane Zeman lo ha accusato di scarsa professionalità, i suoi detrattori nell'ambiente hanno ripreso fiato, la società, che solo pochi mesi fa ne ha fatto il simbolo della nuova Roma con un contratto mostruoso, non ha detto una parola in pubblico per difenderlo. E il silenzio dei dirigenti lo ha ferito parecchio, forse anche più delle parole di Zeman. Il quale, oggi, ha la possibilità di chiudere la questione o, viceversa, alimentarla. Farà un passo indietro? Chiarirà che si tratta solo di un problema tattico? O confermerà tutto? Non si sa bene se a Trigoria attendano con più preoccupazione di ascoltarlo in conferenza o di scoprirne le scelte domani: De Rossi regista, interno o panchinaro? E siccome la Roma non si fa mai mancare nulla, all'elenco degli scontenti ieri si è aggiunto Miralem Pjanic, seppure col solito garbo: «Nella Bosnia sono abituato a giocare nel mio ruolo, trequartista. Qui, invece, mi devo adattare. Di questa Roma non mi sento un titolare, come tutti del resto. Con Zeman siamo davvero tutti uguali». Cominciate a capirlo.