(La Gazzetta dello Sport - F.Oddi) - Delle tre finali giocate all'Olimpico nell'ultimo anno, l'unica che ha vinto è l'unica in cui non ha segnato.
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Sì, Viviani crede ai suoi occhi
(La Gazzetta dello Sport – F.Oddi) – Delle tre finali giocate all’Olimpico nell’ultimo anno, l’unica che ha vinto è l’unica in cui non ha segnato.
Era il solo ad avere un po' di confidenza con quel prato, Federico Viviani, e teoricamente quello che si giocava di meno, visto che scendeva in campo contro la Primavera di un club che aveva già affrontato a livello di prima squadra, in questo stesso stadio e da titolare. Eppure, neanche tre minuti dopo il fischio finale, era già in mutande e canottiera, tanto che prima della premiazione è ritornato nel sottopassaggio in direzione spogliatoi, a prendere una nuova divisa di gioco, con Elena Turra che lo ha anche ripreso, intimandogli di tirarsi su i calzettoni prima di salire sul palco della premiazione.
Felice Alla seconda uscita dal campo non ci sarà neanche più quella di maglietta numero 6: l'intervista a SportItalia la farà con quella a tinta unita che portava sotto. «Questa vittoria ha un sapore particolare, ci tenevamo tantissimo — ha dichiarato il capitano —, ci avevamo già provato lo scorso anno, ma era andata male. Quella di Torino è stata tra le nostre migliori partite, abbiamo costruito lì la nostra vittoria. Il pubblico? Se non ci sei abituato le gambe ti tremano. Alzare la coppa dopo Totti è un grande onore, come allenarmi con lui tutti i giorni. E Luis Enrique lo devo solo ringraziare, per i tanti consigli, e per aver puntato su di me sin dall'inizio».[...]
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