Sul progetto dello Stadio della Roma c’è il rischio di un accordicchio che farebbe l’interesse di tutti, tranne dei cittadini di Roma, scrive Alessandro Catapano su La Gazzetta dello Sport.
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Sì allo stadio, ma… light. E l’interesse pubblico?
Berdini non smentisce le voci di una trattativa al ribasso sulle opere Frongia: «Entro sabato un documento con tutte le nostre valutazioni»
Meno torri, meno infrastrutture, meno interesse pubblico. Il Comune riduce il cemento, i costruttori risparmiano, la Roma ha il suo stadio. Pazienza se la viabilità e i trasporti resteranno più o meno gli stessi di oggi. Sicuri che sia la soluzione giusta per quel quadrante della città? È talmente evidente il rischio di fare un pastrocchio che, ne siamo certi, non sarà un urbanista con la storia e i valori di Paolo Berdini a firmarlo. Non è possibile che sia lui a cancellare proprio la parte più nobile del progetto, quella che, ad esempio, vincola la concessione dell’agibilità dello stadio al completamento di tutte le opere pubbliche a carico dei privati. Anche se il suo silenzio fa riflettere.
Davvero il Comune vuole intestarsi (evidentemente agli occhi degli elettori grillini) una trattativa che ha il solo scopo di ridurre la cubatura totale del progetto, tralasciando che verrebbero sforbiciate anche parti di quelle infrastrutture cui è legata la pubblica utilità dell’opera? Davvero sarà un’amministrazione a Cinque stelle a ridurre i servizi per la città? Via una torre. Forse addirittura due. Magari tagliamo anche qualche piano. E in cambio, concediamo ai proponenti di cancellare un viadotto qui e un ponte carrabile lì. Intanto, non prolunghiamo più la metro B, forse, un giorno, chissà, rafforzeremo la Roma-Lido. Lo stadio, però, si fa, così come è stato concepito, perché è impensabile che Pallotta e soci ne accettino una versione più light, da venti o trentamila posti, giusto? Quindi, la domanda che a questo punto si fa anche un bambino: come ci andremo a vedere la Roma? Con la propria macchina, ovvio. Finendo regolarmente inghiottiti dal traffico della via del Mare.
Intanto, ieri il vicesindaco Daniele Frongia, che da consigliere all’opposizione fu il più critico nei confronti del progetto Tor di Valle, ha raccontato di aver «fatto il punto con Berdini» e di aver deciso di riunire «tutte le valutazioni degli uffici comunali in un unico documento che manderemo alla Roma entro sabato». Poi, ha ribadito che «il prolungamento della Metro B non si può fare, è una criticità che affronteremo in Conferenza di servizi regionale». «L’unico luogo dove i proponenti del progetto Stadio della Roma-Tor di Valle – si legge in una nota ufficiale – dialogheranno con le istituzioni e riceveranno commenti sul progetto, come prevedono le leggi e le procedure in materia. Le ricostruzioni della stampa su possibili modifiche al progetto non necessitano ulteriori commenti». Già, meglio lavorare sottotraccia.
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