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Shock a Roma, tutti in lacrime per Daniele

LaPresse

Il cantante Silvestri: "Ammazza che dolore". Ed è caccia al biglietto

Redazione

Sono le 8.33 di un anonimo martedì di maggio, il 14, una data che resterà scolpita nella storia giallorossa, quando Roma si sveglia con la notizia dell’addio di Daniele De Rossi. La città è sotto choc. Due anni fa l’addio al capitano di sempre e per sempre, Francesco Totti, adesso l’addio, o forse l’arrivederci, a chi ne ha ereditato, nel modo più degno e fiero possibile, la fascia: Daniele De Rossi. Il capitano del romanismo, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.

Nelle radio si piange, la caccia al biglietto parte subito (sold out previsto, possibile l’apertura dei Distinti Ospiti se il Parma dovesse essere già salvo), i social sono inondati d’amore. Dai compagni di oggi a quelli di ieri, dagli avversari (compreso il laziale Di Canio) ai bambini, che scoprono la notizia appena usciti da scuola e sono increduli. Come e quanto i grandi. Una maestra telefona ad una radio: "Ho visto un papà dire al figlio: andiamo a comprare i biglietti, gioca De Rossi per l’ultima volta. Il bambino ha pianto e il padre con lui". Sembra una sorta di funerale - sportivo - nei confronti della bandiera che tutti volevano ancora veder sventolare. Il suo amico Mastandrea chiede per De Rossi una festa in tutti i quartieri di Roma. Pallotta parla tramite comunicati, potrebbe arrivare a Roma per l’ultima contro il Parma, ma certezze non ce ne sono. Totti gli dedica un post, ma ai tifosi non basta. La stragrande maggioranza se la prende con la società, tanto che persino durante il Giro d’Italia compare uno striscione contro il presidente. "Avete cacciato Daniele da casa sua con un tweet", uno dei messaggi (riferibili) più ricorrenti.

I tifosi tremano all’idea di vedere De Rossi con un’altra maglia. All’estero sarebbe sopportabile, in Italia è un’ipotesi a cui nessuno vuole credere e pensare. "Troppo forte il nostro amore per lui e il suo per noi, che neanche questa società riuscirà ad interrompere", un altro dei tanti messaggi. D’altronde, se anche Di Bartolomei, Giannini, Conti, e ovviamente Totti, non sono stati messi nelle condizioni migliori per chiudere con la Roma (i primi due anche lontano da Trigoria), è forse vero che per i capitani e le bandiere romaniste l’amore non riesce mai ad avere una degna conclusione.