Lo "spiraglio" è diventato "un sentiero sempre più stretto". Le parole di Vincenzo Spadafora sulla ripartenza del campionato danno l’idea che le speranze si siano ulteriormente ridotte, scrivono Alessandra Gozzini e Valerio Piccioni su "La Gazzetta dello Sport". Ieri, il ministro dello Sport ha chiesto esplicitamente al calcio un piano B.
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Serie A e ripresa, strada in salita. Spadafora: “Serve un piano B”. Gravina: “Non firmo lo stop”
Campionato ancora in stallo, decisivo il consiglio federale dell'8 maggio
In serata, però, c’è stato un rilancio di Gabriele Gravina. Il presidente della Federcalcio ha detto: "Non sarò io a firmare per il blocco dei campionati perché sarebbe la morte del calcio italiano. Io sto tutelando gli interessi di tutti, quindi, ripeto, mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori. Qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti". Questo «qualcuno» è chiaramente il governo.
La Lega di Serie A si riunirà domani in forma straordinaria, ma già oggi potrebbe partire una lettera (ma alcuni club sarebbero contrari, altri dubbiosi) al ministro dello Sport per chiedere una decisione. L’ultima fotografia scattata vede però una robusta maggioranza di favorevoli alla ripartenza.
E allora a fare da spartiacque ci potrebbe essere la data dell’8 maggio, il consiglio federale. In quel momento, anche sulla base della situazione dei contagi nel Paese, e dopo l’approfondimento del Comitato tecnico-scientifico del governo, si potrebbe scrivere l’ultima parola. In pratica, se entro quella data non ci fosse il via libera per la ripresa degli allenamenti il 18 maggio, anche la più ottimistica delle tabelle di marcia - quella che prevede le semifinali di coppa Italia il 10 giugno e la ripresa del campionato al 14 - finirebbe definitivamente nel cestino.
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