«Thanks for coming». «Grazie per essere venuti». Mercoledì sera, all’RFK Stadium di Washington sta per iniziare il match della Mls tra DC United e Toronto: gara delicata perché vincendo la squadra di Ben Olsen può tornare a un punto dalla capolista della Eastern Division Kansas City, con una gara da recuperare. Erick Thohir torna ad occuparsi dell’altro figlio calcistico dopo un anno dedicato al nerazzurro, ma il suo primo pensiero è quello di stringere la mano ad uno ad uno a giocatori, staff e dirigenti dell’Inter che sono in tribuna a vedere il match.
rassegna stampa
Scudetto d’estate. ET chiede all’Inter: la Roma è più vicina?
Per l'Inter una specie di antipasto-scudetto contro una delle tre squadre da spodestare per ritrovare già tra dodici mesi l’Europa che conta.
A MILANO IL 26 Gesto carino, a conferma delle capacità (anche) comunicative del presidente, che poi mercoledì ha trascurato gli americani per vedersi il primo tempo seduto tra il d.g. Fassone, il d.t. Ausilio, Mazzarri e il team manager Santoro. La squadra - con Juan Jesus in versione ultrà a fare un gran tifo - ha dovuto lasciare lo stadio all’intervallo per andare a cena e Thohir nella ripresa è potuto tornare nel box Vip dei padroni di casa. Accompagnato dai figli, il numero uno nerazzurro da giovedì ha proseguito con la famiglia a New York il suo viaggio tra vacanza e lavoro. Sarà a Milano per il Cda del 26 e per vedere il ritorno del playoff di Europa League del 28, se il sorteggio dell’8 assegnerà l’andata fuori casa. Thohir infatti deve ancora fare il suo esordio in un match in trasferta dell’Inter.
DARE E PRETENDERE Uomo furbo, anche quando porta la risposta dove vuole lui se la domanda è scomoda, ET ha tre credo: lavoro, lealtà, puntualità. Tanto dà, ma tanto pretende. Se non vede risultati, ti lascia a casa, essendo figlio di studi e pragmatismo americani. Ci mette l’anima, e basta l’esempio del suo blitz a Lisbona a fine maggio per una riunione Uefa, salvo perdersi la finale di Champions del giorno dopo per andare a Londra a perfezionare il finanziamento dell’Inter e poi a Milano per il Cda del club. Però vuole che facciano altrettanto i suoi uomini, alcuni dei quali strappati da vacanze e famiglia per volare a Washington al super vertice di lunedì. Durante il quale ha chiesto a tutti trasparenza, ma anche la massima riservatezza verso l’esterno.
DOPPIA SFIDA Perché per l’Inter sta iniziando una nuova vita, fatta di sfide non facili. Soprattutto in campo. Per coltivare il sogno Champions, i nerazzurri dovranno guardare negli occhi da subito, a cominciare da stasera a Philadelphia, la Roma. ET non si perderà la partita in tv, una specie di antipasto-scudetto contro una delle tre squadre da spodestare per ritrovare già tra dodici mesi l’Europa che conta. Il confronto con Real e Manchester è andato bene sul campo, ma ha anche confermato l’abisso che ancora separa l’Inter (e le italiane tutte) dai top club europei in termini di appeal, marketing e merchandising a livello planetario. Inutile girarci intorno, gli stadi di Berkeley e Washington erano esauriti grazie ai fan di Cristiano Ronaldo e Rooney. Tanto che oggi il Sun Field Stadium viene annunciato con ampi vuoti. Quando nel 2010 aveva le stelle e aveva vinto tutto, l’Inter non aveva saputo cavalcare il momento per sviluppare il marchio. Ora serve pazienza, ma almeno ci si prova con ogni mezzo.
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