A furia di reclamare occasioni, ecco che le occasioni capitano ma vengono puntualmente sprecate. Un primo tempo appena sufficiente per Patrik Schick, un paio di conclusioni più timide del portiere esordiente che aveva di fronte, un mezzo rigore reclamato per un contatto con Helander, un colpo di testa mal indirizzato dopo un’uscita avventata di Santurro. Poi, nel secondo tempo, il buio, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". Pure vicino a Edin Dzeko. Il condimento è il solito, ovvero i continui rimproveri dei compagni per un movimento mal eseguito, o nello specifico non eseguito proprio, come l’andare incontro al terzino (leggi Kolarov). La musica è sempre quella, Schick pensa di non valere 40 milioni (copyright Monchi) ma neppure fa venire il dubbio a qualcuno del contrario.
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Schick delude ancora la Roma, Dzeko lo salva: “Deve giocare”
Mentre il bosniaco è sempre decisivo, il ceco non riesce mai davvero ad incidere. Di Francesco: "Deve essere più cattivo, però ora non gettiamogli la croce addosso"
Servirebbe un assist, prova a inventarlo Dzeko: "Non è facile per Patrik, è giovane, deve crescere e per farlo deve giocare". Florenzi aggiunge: "Patrik stia tranquillo, abbiamo fiducia in lui. Posso solo dire che tutti dovremmo fare qualcosa in più per la Roma". Di Francesco alza un altro muro: "Non possiamo dare a Schick la croce di questo pareggio. Tutta la squadra non mi è piaciuta nel primo tempo, non c’era mica solo Patrik in campo. Il ragazzo va tutelato, anche se deve essere più cattivo. A Roma di solito i giocatori vengono distrutti, noi dobbiamo pensare a difenderli".
In fondo c’è passato lo stesso Dzeko: "Abbiamo pensato troppo al Barcellona? Non lo so, forse sì, difficile dirlo. Se avessimo segnato per primi, avremmo vinto 3-0. Io in panchina? Ci sono altri giocatori forti, il Bologna ha fatto un tiro in porta e un gol". Come Edin: un tiro e un gol.
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