Sono passati 71 giorni da quel pareggio casalingo contro l'Atletico Madrid. Uno 0-0 che sembrava l’inizio di un cammino difficile, invece era semplicemente la prima tappa della nuova Roma. Perché quella partita, giocata male ma non persa, è stato il primo mattone nel rapporto tra Di Francesco e i suoi giocatori, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport".
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Schemi, uomini e gol. La grande rinascita nel segno di DiFra
A settembre il pari con l’Atletico poi solo risultati positivi, a parte il Napoli. A Madrid per il primato
Quella sera Di Francesco ha scelto di non esporsi troppo, di pensare prima di tutto a non perdere e si è conquistato al fiducia del gruppo, negli anni provato dalle figuracce europee. Da quel momento, dall’Atletico all’Atletico, s’è fatta e rifatta la Roma. In campionato ben 9 vittorie in 10 partite, in Champions altre due vittorie e un pareggio.
In campionato, dopo il pari di settembre contro Simeone, la Roma ha sempre vinto, eccezion fatta per il k.o. col Napoli. Ventuno le reti realizzate, appena 5 quelle incassate (4 ininfluenti). Il cammino è stato sempre spedito, se si esclude il primo tempo contro la squadra di Sarri, giocato quasi con lo stesso timore della sfida contro Simeone. Nell’intervallo, però, Di Francesco ha preso in mano la situazione, la Roma ha tirato fuori testa, schemi e attributi, il pari non è arrivato, ma dal primo ottobre la squadra non ha più perso.
Archiviato l’Atletico, la Roma ha vinto a Baku col Qarabag soffrendo, poi due straordinarie partite col Chelsea, che hanno portato 4 punti e la testa del girone. Domani, con un solo punto, si può chiudere il cerchio e archiviare, fino a febbraio, la pratica Champions. Settantuno giorni e 13 partite dopo la Roma va a Madrid a testa alta e con tutt’altro spirito rispetto alla gara d’andata.
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