La Roma vince il derby, sorpassa la Lazio e s’assesta in zona Champions. Quinta vittoria di fila in campionato. La squadra di Di Francesco si trascina dietro il meno uno alla voce partite giocate: ora la Roma ha pieno diritto di sedere al tavolo delle aspiranti allo scudetto. Lo dice la classifica e lo conferma il gioco, scrive Sebastiano Vernazza su "La Gazzetta dello Sport". La Lazio si è infranta su un avversario che l’ha studiata, capita e destrutturata come nessun altro fin qui in stagione. Neppure il Napoli.
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Scavalcata la Lazio col derby-spareggio. Per lo scudetto c’è anche Di Francesco
La squadra di Inzaghi si è infranta su un avversario che l’ha studiata, capita e destrutturata come nessun altro fin qui in stagione. Per la Roma è la quinta vittoria di fila in campionato, agganciato il 3° posto momentaneo
La Lazio è partita abbastanza forte, ma Di Francesco è corso subito ai ripari. Per chiudere la cerniera, gli è bastato avvicinare i due centrali di difesa, Manolas e Fazio, e serrare le linee. Per rovesciare l’andazzo, è poi passato alla fase due, la pressione organizzata il più in avanti possibile. La Lazio è stata inibita nella sua debordante fisicità, mai visto in stagione un Milinkovic così soccombente come nel primo tempo di ieri. La Roma ha preso a macinare il suo calcio essenziale, per filosofia non distante da quello luccicante del Napoli, ma in concreto più essenziale e meno barocco. Aggressività a fuoco lento, però costante e tesa all’ipnosi dell’avversario. La Roma ha prevalso per possesso palla senza eccedere o straripare. Di Francesco ha accantonato gli estremismi giovanili, oggi coltiva la virtù dell’equilibrio.
Ha ragione Simone Inzaghi quando dice che lo 0-0 si è spezzato per errori umani. Ha fatto tutto Bastos, in principio di ripresa. Prima si è lanciato in un tackle suicida su Kolarov: rigore trasformato da Perotti. Poi si è appisolato su un pallone banale sulla destra e se l’è fatto soffiare da Perotti, che ha servito Nainggolan per la botta del 2-0. Bastos ha reso macroscopico quel che si percepiva: la superiorità della Roma a ogni livello, tattico, fisico e tecnico. Poi alla Roma è venuto il braccino, in senso letterale. Il gol accorcia-distanze è arrivato su rigore di Immobile perché Manolas si è lanciato nella bracciata della paura. Il 2-1 però ha retto agli assalti laziali. La Roma va e chissà dove arriverà, con questo Di Francesco bravo e furbo.
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