La Roma è settima in campionato a pari merito con la Lazio e seconda in un modesto girone di Conference League, la Serie C delle coppe europee. La stagione di José Mourinho è stata per ora un mezzo fallimento, scrive Sebastiano Vernazza su La Gazzetta dello Sport. con tre picchi al ribasso: le sconfitte nel derby e a Venezia in Serie A e l’umiliazione in Norvegia, la batosta per 6-1 in casa del Bodo. Mou si è presentato a Roma con il piglio di un imperatore e oggi sembra un gladiatore stanco, un reduce che ha vinto molto e che non vince più. La sua linea difensiva è chiara: gli infortuni, gli arbitraggi, la mancanza di grandi giocatori. Colpa degli altri, ma così è facile. È Mourinho, in carriera ha vinto tutto, a Roma ha ottenuto un contratto lungo e milionario, ci deve mettere qualcosa di suo, incidere. La Roma, al di là dei risultati, gioca un calcio abbastanza elementare, anzi vecchio per i tempi nuovi che viviamo. Quando allenava l’Inter o il Chelsea, Mourinho poteva dire quello che voleva, perché vinceva. Oggi dovrebbe entrare in silenzio stampa, tanto le domande già le rifiuta.
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Scarsi risultati e gioco ombra: meno parole e più sostanza
Mou si è presentato a Roma con il piglio di un imperatore e oggi sembra un gladiatore stanco
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