Poco più di 200 giorni per trovare un De Rossi diverso, semplicemente tornato ad essere un giocatore centrale per la Roma e per l’Italia. In sette mesi, come scrive Davide Stoppini su La Gazzetta dello Sport, ha rimesso insieme i cocci di un vaso che neppure si trovava più. Sette mesi fa Daniele era una riserva della Roma guidata da Seydou Keita e un centrocampista a forte rischio per l’Europeo. Conte stava pensando seriamente di non convocarlo.
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Scacco De Rossi in sette mesi
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Poi, ecco Spalletti. Che da Bergamo in poi, Atalanta-Roma del 17 aprile scorso, fa giocare a De Rossi quattro delle ultime sei partite di campionato, cambiando il volante di una squadra che pure stava viaggiando ad altissima velocità. Assist raccolto, Europeo e dunque ecco Conte, l’allenatore «che mi ha fatto tornare a credere di poter fare ancora il calciatore a ritmi bestiali», parola di centrocampista.
Ora Giampiero Ventura raccoglie il risultato di un salto di qualità a 360 gradi. A marzo, tra Albania e Olanda, De Rossi può raggiungere quota 112 gare in Nazionale, agganciando Dino Zoff al quinto posto.
E per la Roma De Rossi ha nel cervello l’idea fissa di uno scudetto da vincere. Obiettivo che passa anche dall’Atalanta, da Bergamo, il luogo del cambio di marcia, pure quello dell’unica esclusione per motivi disciplinari di De Rossi con la Roma, colpa di un ritardo nella riunione tecnica di Luis Enrique, febbraio 2012.
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