Maurizio Sarri vede la Roma come una bella addormentata che ha solo bisogno di essere svegliata, scrive Alfredo Pedullà su La Gazzetta dello Sport. I Friedkin approvano, dopo aver acceso i riflettori su profili stranieri. Tiago Pinto ha messo in moto, i lavori sono in corso da settimane (forse mesi). A gennaio, reduce dalla suggestione Allegri, la Roma ha virato decisamente sul Comandante che ha osservato le vicende Juve e un po’ si è interrogato. Una domanda su tutte: se io ero il vero capro espiatorio, eppure ho vinto uno scudetto, non sarebbe il caso di tornare operativo? L’orgoglio, la passione, la necessità: lui senza panchina non ci può stare, La Roma intriga parecchio perché ha un organico che sembra costruito su misura per il suo 4-3-3. Contano le firme, certo, ma siamo sulla strada. Fali Ramadani, segnalato a Londra fino allo scorso weekend, presto sarà in Italia per incontrare Pinto. Ci sono già stati sondaggi e apprezzamenti profondi. Primo passaggio, la penale con la Juve: 2,5 milioni che Agnelli dovrà versare entro questo mese, scadenza il 31, per evitare che scatti un rinnovo automatico da 7 milioni netti a stagione a partire dal prossimo luglio. Nessuno vuole che accada, non perché sarebbe impossibile liberarlo ma è preferibile farti trovare senza impegni quando c’è qualcuno – gradito – che bussa alla tua porta. Si ragionerà su una base di 4 milioni a stagione, bonus esclusi, che potrebbero diventare qualcosa in più se Sarri fosse costretto a rinunciare a una parte della penale, sono dettagli. L’impegno prevederà un biennale con possibile opzione, esattamente come accadde nell’estate 2019 dopo una stretta di mano con la Juve. A Sarri l’attuale organico della Roma piace e non poco, ritiene che ci sia una base (facciamo 70 per cento) da rafforzare con tre o quattro operazioni mirate sul mercato. Forse questa è stata, da sempre, la differenza rispetto a Max Allegri. Tre difensori centrali giovani (Mancini, Ibanez e Kumbulla) di talento e da inserire in un contesto solido. La chioccia Smalling sarebbe giusta per i tre giovani. Un portiere servirebbe come l’aria – con tutto il rispetto per Pau Lopez – e Sarri ha una stima particolare per Kepa, riserva al Chelsea. Una stima che oggi non è trattativa, domani chissà. Intanto, in lista vanno tenuti i costosissimi (Musso e Gollini) e quelli meno costosi (Silvestri). A destra con Bruno Peres e Santon in partenza, servirebbe un partner per Karsdorp, la soluzione Hysaj a zero sarebbe un piacevole ritorno al passato. E non va dimenticato che su Florenzi il Paris Saint-Germain non ha ancora deciso. Il centrocampo? Sarri stravede per Villar, vede Veretout mezzala, Pellegrini non si discute, Zaniolo tornerà fortissimo, probabile che Diawara cambi aria. Il vero salto sarebbe con un Jorginho, magari proprio lui, il figlio calcistico prediletto. Gli esterni come il pane, Mkhitaryan deve firmare il rinnovo, con Pedro ha avuto un ottimo rapporto al Chelsea ma questa è un’altra storia. Serve gamba e talento, il suo 4-3-3 è digeribile solo così. Una cosa è sicura: Sarri stravede per Borja Mayoral. Un’altra punta arriverà (Belotti piace, Milik lo aveva avallato a Napoli), ma prima andrà affrontata la vicenda Dzeko.
La Gazzetta dello Sport
Sarri-Roma, ci siamo. La rosa gli piace, bastano 3-4 colpi
Il tecnico freme: l’agente Ramadani è atteso in Italia per incontrare Tiago Pinto. Pronto l'ingaggio da 4 milioni
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