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La Gazzetta dello Sport

Sabatini: “Roma amore mio, quanta nostalgia. Alla Salernitana ho dato tanto”

walter sabatini roma sostituzioni
L'ex ds aggiunge: "Se fossi nei panni del bravissimo Tiago Pinto, direi che la squadra deve competere per entrare nelle prime quattro"

Redazione

«Sono a Roma, nella mia città, e non conosco la quiete, scalpito per rientrare e non faccio il falso modesto, so quanto posso offrire alla società che vorrà darmi fiducia. Il calcio senza di me è triste (risata, ma c’è del vero; n.d.r. ). Nell’attesa divoro libri, ne comincio tanti in contemporanea, mi perdo tra le pagine». Queste le parole di Walter Sabatini, riportate da Sebastiano Vernazza su La Gazzetta dello Sport. Il direttore tecnico romanzesco, in questi giorni si è immerso nel mondo degli scrittori di origini ebraiche: «Amos Oz, Saul Bellow, Abraham Yehoshua sono autori di una profondità e di una intelligenza sconosciute alle nostre latitudini».

Sabatini, ritorna il campionato e domenica sera c’è subito Salernitana-Roma, la “sua” partita. Si può dire che per lei la Roma sia il grande amore della vita e la Salernitana l’infatuazione di una sera? "Approvo la prima metafora, non la seconda. La Salernitana è stato un regalo inaspettato, culminato nella salvezza fantastica di tre mesi fa. Una gioia immensa, un amore imprevedibile e mi dispiace non averlo ripagato fino in fondo, avrei voluto fare qualcosa di più duraturo. Ci sono stati degli “incidenti”, ma non accuso nessuno, è andata e basta".

Oggi la Salernitana è in difficoltà sul mercato. "Certi giocatori sono recalcitranti a trasferirsi a Salerno e non sanno quello che si perdono. Questo non significa che la Salernitana non faccia mercato. Iervolino è un imprenditore che non si spaventa davanti agli investimenti. Può spendere 10-15-20 milioni senza battere ciglio. È abituato agli affari".

La Roma? "Rimango fedelissimo allo stato d’animo dell’essere romanisti. Oltre a leggere, io scrivo, butto giù dei pro-memoria e l’altro giorno ho annotato questa frase: “Ogni volta che sento una canzone di Venditti cado dentro una voragine di nostalgia”. Poi ho acceso la tv, c’era uno speciale proprio su Venditti e quattro-cinque di quelle canzoni mi hanno rimandato subito all’inno della Roma, composto da Antonello. In quel momento mi sarei suicidato per amore".

No, per carità, la vogliamo vivo e operativo. La Roma può correre per lo scudetto? "Se fossi alla Roma, nei panni del bravissimo Tiago Pinto, direi che la squadra deve competere per entrare nelle prime quattro. Ed è implicito che chi lotta per i primi quattro posti può ritrovarsi a gareggiare per lo scudetto".

Pellegrini, Matic, Wijnaldum, Dybala, Zaniolo, Abraham: Mourinho dovrà essere bravo a tenere insieme tanta qualità. "E ci riuscirà. All’Inter ha vinto la Champions perché convinse Eto’o a spendersi come terzino nella notte di Barcellona. Nessuno come Mou è capace di costruire una mentalità vincente, giorno dopo giorno, dettaglio dopo dettaglio. Forse ci sarà qualche scompenso, ma vedo giocatori bravi e disposti a correre, e Matic è un metronomo equilibratore".

Qual è stato finora il più grande colpo di mercato? "Pogba, ma si è infortunato e il progetto della Juve si è incrinato. Pogba al Manchester United si è formato, è diventato adulto. Nella seconda volta alla Juve, da giocatore maturo, farà benissimo".

Pogba e poi? "Dybala è stata un’operazione magistrale della Roma. L’Inter con il ritorno di Lukaku ha ricostituito l’attacco dello scudetto e si è messa a posto".