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Sabatini: “Rabiot il mio più grande rimpianto. Champions? La merita il Bologna”

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Le parole dell'ex ds giallorosso: "Il record delle dieci vittorie consecutive con la Roma mi ha esaltato. Totti stava bene e faceva la differenza, poi un centrocampo irripetibile"
Redazione

Walter Sabatini è tornato a parlare di Roma. Lo ha fatto in un'intervista rilasciata ad Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport nella quale ha ripercorso le tappe principali della sua carriera con un'inevitabile focus sull'avventura a Trigoria. Queste le sue parole:

Ma il Bologna ce la fa a tornare in Champions? "Sì, è forte e lo merita. Italiano è bravo, ha cancellato i vizi antichi, non ha più problemi di equilibrio. Poi ci sono i giocatori e la struttura. Hanno una difesa solida e un centrocampo che ti ammazza".

La gioia che l'ha fatto sentire più vivo? "Il record delle dieci vittorie consecutive con la Roma mi ha esaltato. Mi sono sentito a mio agio, un regalo alla gente. C'era da poco Rudi, mi "prendevano per il culo" tutti. Ricordo i messaggi: "Abbiamo preso il sergente Garcia". Ma ero sicuro che avrebbe fatto bene e ho avuto ragione".

Quella era una Roma fortissima. "Totti stava bene e faceva la differenza, poi un centrocampo irripetibile: Strootman, De Rossi, Nainggolan, Pjanic e Keita. Che giocatore Seydou: un capo tribù, ti guardava con lo sguardo del capo e nessuno osava contraddirlo. E in campo era cattivo, non sbagliava".

Quando Nainggolan arrivava al campo sopra le righe? "Lo mandavo a prendere fuori dal recinto, poi doccia e caffè. Avevo un addetto solo per questo, dedicato a lui e Maicon. Quante bugie mi ha detto Radja, a me e a se stesso. Ma è un bravissimo ragazzo, anche se smidollato. Giocatore impareggiabile, i suoi tackle scivolati hanno fatto la scuola del calcio".

C'erano Alisson e Salah: storia del Liverpool. "Alisson è ancora incazzato con me, non ha mai capito. All'inizio l'ho protetto, doveva migliorare nei posizionamenti e nella lettura delle partite. E poi i portieri brasiliani qui li abbiamo sempre bruciati tutti. Gli preferivo Szczesny per questo e lui non lo accettava. Su Salah vi voglio dire invece una cosa. A volte non ho preso un giocatore perché dopo averci cenato capivo che era un cretino. Con Salah è stato tutto l'opposto. Andai a Londra 3-4 volte, lo incontravo dopo le 19 per il Ramadan, quando poteva bere. E mi sono trovato davanti un uomo vero, pieno di valori, pronto al sacrificio".

Il giocatore che avrebbe voluto avere con sé? "L'unico vero grande rammarico è Rabiot, tutta colpa di sua madre, Veronique. L'anno prima il Psg mi aveva dato più di 30 milioni per Marquinhos, non potevo portarlo via a zero. Quando lei lo ha saputo è impazzi- ta. Odiava il Psg, ma forse voleva pure i soldi dell'in- dennizzo, oltre ai 3 milioni di commissione. Ricordo Massara che traduceva, ma si vergognava di riversarle tutti gli insulti che le dicevo".