Pare quasi un voler cambiare il segno del destino. Ma Alessio Romagnoli e la Roma sembrano aver deciso che il fidanzamento non sarà mai un matrimonio. Ormai s’è capito: quella scappatella di un’estate fa in direzione Sampdoria era la spia di qualcosa di più grande. Molto non quadra intorno a un difensore centrale ambito da mezza Italia — forse pure tutta —, che per una richiesta di tre giorni di ferie e soprattutto qualche soldino in più in busta paga sta scappando pian piano da Roma. E dalla Roma, ovvero da una squadra in cui, al netto delle condizioni fisiche di Castan, si giocherebbe il posto da titolare e certamente disputerebbe una quantità importante di partite da titolare.
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Romagnoli e la Roma. Le spine sono troppe
Un anno fa la Roma partorì l’idea Astori, per poi cedere Romagnoli alla Samp. Pareva un arrivederci. Forse era un addio
UN ANNO DOPO - E allora sì, pare davvero un po’ come cambiare il segno del destino. Perché Romagnoli non sarà mai stato un tifoso della Roma. Ma il 3 marzo 2013 debuttò da titolare all’Olimpico (seconda presenza in assoluto in Serie A) segnando un gol, avversario il Genoa. Non sarà un tifoso giallorosso, Alessio Romagnoli. Ma nel giorno dell’ultimo derby era allo stadio a tifare per i suoi amici e la sera era a festeggiare nello stesso locale della squadra. Tutto pareva apparecchiato. Perché una squadra che sta aspettando Castan e nel frattempo ha salutato Astori, certo non si dovrebbe porre il problema se riaccogliere in rosa uno come Romagnoli, a maggior ragione dopo una stagione alla Sampdoria giudicata positivamente da tutti i punti di vista. Le chiavi di lettura, in questa storia, sono molteplici. Un po’ di punti fissi però vanno messi: il calciatore, con quella stramba richiesta di tre giorni di vacanza in più, ha provocato un piccolo strappo. Se per chiedere un aumento di stipendio o per stimolare una cessione, in fondo poco cambia. E poi c’è la società, che — pù o meno in concomitanza dello stop nell’affare Gervinho-Al Jazira — non ha fatto nulla per nascondere il caso Romagnoli, fissando quasi immediatamente un ipotetico (provocatorio?) prezzo di cessione a 30 milioni di euro. Come a dire: chi lo vuole, bussi pure, ma bussi forte. Rudi Garcia, nel caso non si strapperebbe i capelli. E la stessa società non deve impazzire per le qualità del difensore: un anno fa la sua tournée in Usa fu un disastro sotto tutti i punti di vista. Fu allora che la Roma partorì l’idea Astori, per poi cedere Romagnoli alla Samp. Pareva un arrivederci. Forse era un addio. E il destino, nel caso, se ne farà una ragione.
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