rassegna stampa

La Roma urla tre gol

Quando l’arbitro Calvarese fischia l’inizio della partita, tiriamo un sospiro di sollievo: vuoi vedere che finalmente si riescano ad archiviare Juve-Roma e i suoi veleni? Risposta: fino ad un certo punto.

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Quando l’arbitro Calvarese fischia l’inizio della partita, tiriamo un sospiro di sollievo: vuoi vedere che finalmente si riescano ad archiviare Juve-Roma e i suoi veleni? Risposta: fino ad un certo punto. Certo, la Roma che travolge senza fatica il Chievo con un perentorio 3-0 — frutto delle reti di Destro, Ljajic e Totti su rigore — va a -1 dalla Juve ammorbidendo gli effetti della sconfitta di Torino, riconcilia col pallone propriamente detto e lancia un sano avvertimento al Bayern Monaco atteso fra due giorni all’Olimpico. Ma la valanga di cori contro i bianconeri (da Nedved a Bonucci fino a quello, pessimo, su Pessotto) ha fatto capire come ci sia un passato che non accenna affatto a passare. Se non bastasse, due episodi inquadrano il clima: su una punizione data a metà campo a favore dei veronesi, la Curva Sud scandisce sarcastica: «Rigore, rigore»; poi invece — quando il penalty arriva davvero per trattenuta di Dainelli su De Rossi a seguito di un angolo — la Sud comincia a fischiare. In quel momento si era già sul 2-0 e il senso appare chiaro: ce li date quando non servono. Non solo, a inizio ripresa una coreografia degli ultrà recita: «Rigore per la Juve», e poi appaiono subito diverse piccole scritte: «Rigore, rigore...»

Insomma «il circo» delle polemiche (copyright del d.g. giallorosso Baldissoni) non è ancora terminato, nonostante la quinta vittoria stagionale all’Olimpico (tutte senza subire reti) paia santificare le parole di due giorni fa di Garcia: «È una Roma da scudetto». A farne le spese è un Chievo così tramortito che Corini adesso rischia la panchina, visto che si fanno più forti le voci di contatti tra il club del presidente Campedelli con Nicola, ex allenatore del Livorno.

Certo, non sarebbe questa partita il parametro per giudicare i gialloblù, che comunque subiscono il solito avvio sprint dei giallorossi. Qualche dato: con la tripletta di ieri, in campionato sono 6 le reti della Roma nella prima mezz’ora che salgono a 10 se si considerano i primi tempi. Addirittura, se mettessimo dentro anche la Champions, i gol arriverebbero a 15 nei primi 45’ contro i soli 5 nella ripresa. Come dire: la squadra di Garcia è una schiacciasassi che colpisce a freddo e poi gestisce, tant’è che il possesso palla finale giunge addirittura al 71,7%, il più alto per i giallorossi dal febbraio 2012. Insomma, quanto basta per conservare le energie in vista della sfida di martedì contro il Bayern, anche perché la pratica era già in via di archiviazione al minuto 5, quando Destro si avvita di testa mettendo dentro un cross su angolo di Pjanic. Settimo gol per lui ai clivensi: evidentemente deve esserci un fatto personale... D’altronde, con Maicon e Cole pronti a presidiare le fasce, Totti a far l’elastico davanti per innescare i tagli di Ljajic, la vena inesauribile di Nainggolan nelle due fasi e le coperture del rientrante De Rossi, la Roma è parsa subito inarrestabile, anche perché i ragazzi di Corini perdono subito il controllo della mediana — gestita a fatica da Radovanovic, supportato a sprazzi da Cofie e Hetemaj — che abbandona al loro destino Paloschi e Maxi Lopez, visto che Sardo e soprattutto Biraghi sono troppo schiacciati a copertura .

A tutto questo aggiungiamo la ciliegina di capitan Totti. Nei 61 minuti giocati, 6 tiri su 10 della Roma hanno visto la sua partecipazione (3 conclusioni, 3 occasioni create). Nessuna meraviglia, perciò, che il lancio di trenta metri con cui ha permesso a Ljajic l’uno contro uno vincente su Zukanovic santificato poi dal raddoppio (25’), sia stato da applausi, come la facile conclusione dal dischetto che ha chiuso la partita con un’ora di anticipo, dopo che Calvarese aveva fischiato rigore per una trattenuta di Dainelli su De Rossi in azione d’angolo. Il Chievo, infatti, ha sporcato i guanti solo una volta per tempo (con Frey e Meggiorini), mentre nella ripresa l’acuto più pericoloso (si fa per dire) è un colpo di testa di Sardo che va fuori di poco. Perciò diventa quasi scontato che alla fine tocchi a Bardi la palma del meno peggio tra i suoi, visto che nella seconda frazione evita la goleada stoppando un gran tiro al volo di Totti, una girata di testa di Destro, un tiro di Nainggolan e ancora una conclusione di Destro. Vero che i buoi erano già scappati dalla stalla, ma la doccia il portiere scuola Inter se la merita tutta. Segnalato l’esordio del talentuoso baby turco Uçan, la Roma finisce inevitabilmente come ha cominciato, cioè spostando l’attenzione sulla Juventus. Perciò prendete fiato e tenetevi forte: il lungo duello al vertice è ancora tutto da raccontare .