Per quanto tormentata dalle voci di un cambio proprietario e dall’esplosione del caso Zaniolo, la Roma decide di vivere una serata senza complicazioni, rispettando fedelmente il pronostico contro la retrocessa Spal, scrive Massimo cecchini su La Gazzetta dello Sport.
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Finisce così con uno straripante 1-6 a favore dei giallorossi (in trasferta non segnava 6 gol dal 1935), santificato dalle reti di Kalinic, Perez, Kolarov, la doppietta di Bruno Peres e l’acuto finale dell’ex infortunato (?) Zaniolo, che esulta e viene festeggiato al minimo sindacale.
In avvio, la squadra di Fonseca fa tirare il fiato, oltre allo stakanovista Veretout, a senatori illustri come Dzeko e Mkhitaryan, consegnando l’attacco a un brillante Perez e a un buon Pellegrini, in appoggio a Kalinic. Il croato, però, non soffre di solitudine, perché il 61% di possesso nella prima frazione mette in mostra corsie appannaggio di Peres e Spinazzola, mentre Cristante - che gioca sulla verticale del regista Diawara - può piazzarsi spesso sulle zolle dei trequartisti.
La linea di difesa alta, poi, costringe ancor più i ferraresi a stare bassi, cercando la profondità con le accelerazioni di Cerri e i tagli di D’Alessandro e Strefezza, ben serviti in mediana da Valdifiori e Dabo. Il paradosso, però, è che quasi tutte le reti arrivano soprattutto a causa di errori individuali. Al 10’ è Kalinic a sbloccare il risultato, favorito prima da una risposta non perfetta di Letica su tiro di Pellegrini e poi dall’incertezza di Vicari nell’andare sul pallone.
Sembra l’inizio della goleada, invece al 28’ è Cerri a ristabilire l’equilibrio, capitalizzando un gran lancio in verticale di Valdifiori grazie a un gran colpo di testa sopra Kolarov. Serve così un nuovo errore, stavolta di Reca, a favorire il sorpasso degli ospiti. Il terzino, subentrato subito a Sala, si fa scippare palla da Perez, che a tu per tu con Letica conclude a colpo sicuro. Un colpo basso per il morale.
Nella ripresa il pathos finisce in fretta. Bastano circa 7’ minuti perché la Roma metta in ghiaccio la partita. Al 2’ è Kolarov che tira da una ventina di metri, trovando un goffo intervento di Letica a spianargli la strada. Non basta. Cinque minuti più tardi una galoppata del neo entrato Zappacosta trova Peres in area, ma un tiro sbagliato viene di nuovo gentilmente recapitato sui piedi del brasiliano, che stavolta fa secco il portiere. È il segnale della doccia anticipata. La partita resta con un solo motivo d’interesse: vedere se Zaniolo troverà il gol. In realtà il pokerissimo è di nuovo Peres, che al 30’ manda al sette un bolide degno di miglior palcoscenico, ma è il Predestinato che, dopo una gran cavalcata, chiude il set sul 1-6 per far sorridere Fonseca. Le tensioni, per ora, finiscono qui.
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