rassegna stampa

Roma, tris da Champions

LaPresse

Perotti, autogol e Mkhitaryan dopo Petagna: è quarto posto

Redazione

Una notte serena da passare in zona Champions, allungando bene su Cagliari e Atalanta, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.

E’ questo il premio che si merita la Roma dopo aver regolato la Spal con un 3-1 edificato su una partenza a handicap, cioè in svantaggio, e complessivamente santificato dalle reti di Petagna su rigore, Tomovic su autorete su tiro di Pellegrini,Perotti ancora su rigore e Mkhitaryan.

Segnalato il ritorno dei cori contro il presidente Pallotta, i problemi di Fonseca sono altri. Con Mancini e Smalling fuori, il tecnico in avvio sceglie in difesa il giovane Cetin da affiancare a Fazio, mentre sulla fascia conferma Florenzi dietro e Perotti in attacco.

Diciamolo, la Roma propone parecchio, però l’idea di Semplici è quella di puntare sulla linea arretrata a tre, con in aggiunta Murgia in mediana spesso sui piedi di Pellegrini.

Se Lopez deve intervenire solo una volta per deviare un velenoso diagonale di Petagna, è Berisha che rischia di più, cavandosela - oltre che per la sua bravura sulle conclusioni di Kolarov, Dzeko e Perotti - anche per la mira imprecisa di Dzeko e Perotti su cross di Zaniolo, ancora Dzeko su bell’assist di Florenzi e Cetin di testa. Insomma, c’è molto più Roma che Spal, che però passa a sorpresa in vantaggio a causa si una ingenuità di Kolarov che, ricevendo palla da Lopez, sbaglia il controllo e fa fallo su Cionek. Rigore che Petagna trasforma.

La Roma non si disunisce e Pellegrini, all’8’, “stappa” l’attacco, con una conclusione deviata in modo decisivo da Tomovic. La Spal perde terreno, anche perché Valoti, che si è sdoppiato tra la trequarti e il raddoppio a sinistra su Zaniolo, va a calare. Così è ancora Berisha che deve intervenire su Zaniolo lanciato da un buco di Igor, mentre nulla può il portiere sul penalty di Perotti per un goffo fallo di Vicari su Dzeko. Ne finale la  Roma cala il tris su azione nata sull’asse Pellegrini, Florenzi e Mkhitaryan, da poco entrato. Ma gli abbracci di tutti sono per il capitano, che potrebbe dare l’addio.