Se la Roma non riuscisse ad arrivare in Champions League (per il secondo anno di fila), anche la pianificazione estiva subirebbe degli inevitabili contraccolpi, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport
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Roma stai attenta, senza Champions blindare Smalling sarà più difficile
Sirene dalla Premier per il difensore Il Manchester United può aprire l’asta
Ad esempio, se c’è un reparto che, nella stagione 2020-2021 parrebbe avere già una sua fisionomia, sarebbe senz’altro quello dei centrali difensivi. Il quartetto del futuro dovrebbe essere presto fatto: via Juan Jesus e Fazio (anche se non sarà facile) e spazio a Smalling, Mancini, Cetin e Ibanez. Ma se per trequarti del progetto non ci sono problemi, resta il nodo per ora più importante: il riscatto dell’inglese dal Manchester United.
Non sorprende che il d.s. Petrachi a fine mercato, riguardo alla situazione di Smalling, abbia detto: "Dipende da lui". In effetti ha proprio ragione. Se a Natale il difensore sembrava avviato verso il probabile riscatto grazie ai probabili introiti derivanti dalla partecipazione all’Europa che conta, adesso trattare con lo United è più complicato, anche perché la cifra richiesta non è inferiore ai 18 milioni, a cui dover aggiungere i circa 3,5 d’ingaggio triennale. Insomma, una operazione da quasi 40 milioni per un giocatore che a novembre compirà 31 anni, da non prendere a cuor leggero.
Anche sul fronte dell’ingaggio, c’è chi potrebbe garantire a Smalling uno stipendio più alto ed a quel punto si torna al punto di partenza. Ovvero, la Champions come necessità per il futuro (se i giallorossi tornassero a giocarla, ci sarebbero almeno altri 50 milioni in più nelle casse) e la volontà del difensore come discrimine (se lui volesse solo la Roma, sarebbe tutto più facile). Di positivo, però, c’è che il giocatore e la sua famiglia si trovano bene nella Capitale, nonostante le ultime tensioni fra il d.s Petrachi e i calciatori per i modi giudicati rudi da tanti.
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