rassegna stampa

Roma, si può fare. Senza le coppe Juve raggiungibile in sette mosse

Spalletti primo nel ritorno con la miglior differenza reti: per lo scudetto 6 punti da recuperare in 7 turni

Redazione

La Roma crede allo scudetto e non si scandalizzi nessuno. Non è lesa maestà progettare di avvicinare la Juventus, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". Settantuno punti in 31 giornate non sono un record – Rudi Garcia era a quota 73 nel 2013-14, ma con un -8 dalla vetta – però valgono un pensiero stupendo. Raccontano di un Luciano Spalletti particolarmente soddisfatto negli spogliatoi di Bologna. Raccontano di giocatori – De Rossi e Fazio su tutti – carichi per esser riusciti a mostrare in campo il «ghigno» chiesto dall’allenatore. Con la sensazione di un paradosso che si sta consumando: ora che il «libera tutti» del tecnico s’è verificato, è come se all’improvviso la squadra si fosse liberata di un peso. Non c’è più null’altro a cui pensare se non a vincere la partita.

E allora val la pena crederci per tre motivi, almeno tre. Il primo: l’ultimo aggiustamento tattico di Spalletti, il ritorno alla difesa a quattro con esterni tutt’altro che offensivi, ha ridato stabilità ed equilibrio. Oggi la Roma ha la miglior differenza del campionato, +43 rispetto al +42 della Juve e al +39 del Napoli, e il dato potrebbe persino avere un peso in caso di arrivo a pari punti con i bianconeri. L’andamento è tutt’altro che lento: 30 punti nel girone di ritorno non li ha fatti nessuno oltre la Roma (Juve e Napoli 29). Secondo motivo: un solo impegno a settimana, per una squadra spremuta nel minutaggio, vale una gestione della fatica che in altri tempi non è stato possibile effettuare. Punto tre: lo scontro diretto in casa, alla terzultima, è in calendario il 14 maggio, 4 giorni dopo un’eventuale semifinale Champions della Juve. A Trigoria in pochi tiferanno Barça.

La personalità non è dote che abbonda nell’organico, troppe volte al di sotto della sufficienza nelle partite chiave. Pure a Torino con la Juventus, se è vero che alla fine di quel match Szczesny dichiarò: «Dobbiamo essere più uomini e meno ragazzini». Secondo punto a sfavore: a non credere alla rimonta è per prima una buona fetta di tifoseria che ha accusato la doppia eliminazione dalle coppe. Forse preoccupata da un calendario che piazza davanti insidie chiamate Atalanta, Lazio e Milan.