Doveva essere la festa di Dybala, è stato il trionfo dell'umiltà, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Perché a far festa non è stato Paulo, la Roma, i quasi 68mila dell'Olimpico ma piuttosto il piccolo Empoli di Sullo (D'Aversa out per squalifica), una squadra che appena ha capito che il gigante è tornato ad addormentarsi e non faceva poi paura più di tanto, se l'è giocata al pieno delle sue possibilità. Fazzini ha disegnato calcio per un bel po', Gyasi ha faticato per due, ma è stata un po' tutta la squadra toscana a portarla a casa con voglia e sacrificio. E la Roma? Tutta da rivedere, perché se Cagliari pote- va essere stato un passaggio a vuoto, l'Empoli è già un primo campanello d'allarme.
La Gazzetta dello Sport
Roma, serata horror. Dybala non può nulla, la festa è dell’Empoli
L'impressione è di una squadra in costruzione, è vero, ma che non riesce a fare passi avanti. E che finora, tra amichevoli e partite ufficiali, ha vinto solo con Latina (Scric C) e Barnsley (League One inglese). L'esperimento di schierare insieme Dybala (ovazione iniziale per lui) e Soulé dietro la punta (Dvbyk) dura poco, anche perché Soulé a sinistra ha un repertorio di giocate dimezzato e va spesso a cercarsi la linea esterna a destra. Così i due argentini finiscono spesso vicini, anche per provare ad aumentare la qualità delle giocate, con Dybala che però sceglie presto di fare il regista a tutto campo per non pestarsi i piedi con Matias, proprio mentre Pellegrini va ad occupare lo spazio a sinistra. Di fatto un 3-1 offensivo, che però regala poche gioie alla Roma. La partenza è anche buona, con Dovbyk che at- tacca bene un paio di volte la pro- fondità. Poi però la Roma si sgonfia subito, non ha mai equilibrio e quando attacca presta sempre il fianco alle ripartenze dell'Empoli (nel primo tempo ben 4 contropiede, di cui due tre contro tre).
Così plan piano la squadra di Sullo capi- sce che il potenziale di fuoco giallorosso spara a salve e allora si può anche cambiare volto al destino. Fazzini diventa un gigante che nessuno riesce ad ar- ginare, Gyasi e Colombo si divorano entrambi il vantaggio a porta vuota di testa senza riuscire neanche a capire come (fuori il ghanese, sulla traversa il centravanti). Più in generale in campo c'è la sensazione di una squadra con un'anima (l'Empoll) e una senza, la Roma.
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