Settima vittoria di fila della Roma, ed il popolo giallorosso sogna in grande. Con Luciano Spalletti, come evidenzia Stefano Vernazza su La Gazzetta dello Sport, ha preso forma la svolta e oggi non è troppo tardi né per arrivare secondi né per (ri)candidarsi allo scudetto.
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Roma sempre più faraonica, Elsha e Salah distruggono la Fiorentina. Napoli a tiro
Bell’incontro, fondato sul mimetismo tattico. La mossa vincente di Spalletti è stata quella di Perotti come falso nueve
Battuta la Fiorentina, piegata da una serie di eventi sfortunati: un paio di episodi arbitrali al limite, gli infortuni di Borja Valero e Vecino a sconvolgere il centrocampo nel giro della prima mezz’ora.
Il «sequel» di Spalletti: pochi anni fa Luciano da Vinci si era avvicinato allo scudetto con Totti falso nove e ora riecco la medesima sceneggiatura con Perotti nel ruolo di specchietto per le allodole. Mossa micidiale perché Perotti si mischia e si confonde con Pjanic, formalmente interno di centrocampo e di fatto trequartista aggiunto. Perotti-Pjanic, la P2 che piace.
Benissimo anche le ali-sprinter Salah-El Shaarawy e di fondo un precetto guida: gioca chi corre, i «passeggiatori» sono pregati di rivolgersi altrove. L’allenatore ha scosso tutti dal torpore e dalla pigrizia, ed essendo intelligente non ha buttato via l’idea originaria che aveva Garcia, quella dei due attaccanti esterni veloci e taglienti.
eri la Roma ha sconfitto i viola anche sul prediletto territorio del possesso palla, 51,8 per cento a 48,4 per i giallorossi. Sul 4-1 Spalletti ha fatto entrare Totti. L’Olimpico è diventato un bollitore di emozioni e commozione, tutti in piedi per omaggiare il capitano non giocatore.Totti si è procurato una punizione, l’ha calciata e ha scosso un palo: chissà che cosa sarebbe successo se avesse segnato. Se Spalletti riuscirà a far rientrare Dzeko in se stesso, non sarà sul serio troppo tardi per nulla.
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