rassegna stampa

Roma, risorge il Faraone e l’Udinese fa la mummia

I giallorossi vincono 3-1 con due gol di El Shaarawy e il 6° centro di Dzeko. Perotti fallisce il poker su rigore, Larsen segna, ma Delneri rischia

Redazione

La Roma è pronta a iscriversi alla corsa scudetto, con prestazioni che sono via via sempre più scintillanti. Stavolta a farne le spese è una derelitta Udinese, seppellita da un 3-1 santificato dal gol di Dzeko e dalla doppietta del redivivo El Shaarawy, a cui segue la rete di Larsen. Quanto basta per rilanciare la Roma e per mettere Delneri a rischio, visto i 5 k.o. in 6 match.

Di Francesco si affida a un robusto turnover rispetto all’ultimo match cambiando 5 titolari. Nel 4-3-3 Perotti per un tempo fa l’esterno destro e Nainggolan, agisce tra le linee, spesso da trequartista. L’Udinese pare stare sul pezzo, visto che dopo una trentina di secondi Jankto impegna già Alisson, ma è un fuoco di paglia, perché al 12’ la Roma è già in vantaggio, grazie a una caparbia azione sulla trequarti di Nainggolan che, da terra, serve solo davanti a Bizzarri il solito Dzeko, giunto al 6° gol in campionato e al 22° nelle ultime 22 partite di A. Poi al 30’ lo stesso Dzeko si libera di Angella e dà una palla al centro per El Shaarawy, che con un bel tocco di destro scavalca il portiere e raddoppia (30’). È la rinascita del Faraone, che segna anche il 3° gol seguendo un’azione innescata da una rabona di Perotti su cui Larsen apparecchia goffamente la palla all’attaccante. Morale: al 45’ la partita è già finita, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport".

Nel secondo tempo la Roma sfiora il poker soprattutto con Dzeko e il subentrato Defrel, ed in entrambi le volte è bravo Bizzarri. L’occasione più grande è però al 43’, quando Perotti calcia un rigore che si era procurato per un intervento in ritardo di Angella; dal dischetto però l’argentino colpisce il palo. Prima del fischio finale, c’è il tempo di annotare il bel lancio di Nuytnic che pesca Larsen (tenuto in gioco da Moreno) per il gol della bandiera.