Ci sono momenti in una stagione in cui devi tirare una riga, fare dei bilanci, capire cosa ha funzionato o cosa no. Momenti che arrivano dopo una gara decisiva, una vittoria o una sconfitta, la chiusura di un sogno o l’inizio di un domani. Come Roma-Juve, la partita che ha messo (quasi) una pietra sul discorso scudetto, evaporato come la Coppa Italia. Per dar seguito ai proclami iniziali («Vinceremo un trofeo», disse Garcia all’inizio) resta l’Europa League e la qualificazione diretta alla Champions, fondamentale per gli equilibri economici del club e tecnici della squadra. Ma dei nuovi chi ha convinto e chi no?
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Roma rinforzata? Forse, anzi no… Il bilancio dei nuovi
La Roma saluta il sogno scudetto ed è tempo di bilanci: chi, tra i giocatori acquistati nelle ultime due finestre di mercato, è da promuovere? Chi da rimandare? Chi da bocciare?
I DUE GRECI - In estate, per far dimenticare Benatia, Sabatini si è tuffato su Manolas. Il difensore centrale è partito bene, tanto che il marocchino sembrava un ologramma. Poi la realtà si è dimostrata diversa, con Manolas che ha vissuto passaggi a vuoto ed ingenuità. Ma resta l’impressione che sia un giocatore su cui poter costruire il futuro, magari gli errori lo renderanno più forte. Con lui, dai greci è arrivato anche Holebas, il terzino sinistro che amai i tatuaggi. Doveva fare il vice-Cole, si è ritrovato titolare, unico appiglio di Garcia per uscire dalla maledizione della fascia sinistra (iniziata con José Angel). Senza infamia e senza lode. Un buon cambio, non un titolare per lo scudetto.
L’EX CHELSEA - Già, perché poi il vero flop del mercato giallorosso (Doumbia a parte) è proprio Cole, il terzino sinistro ex Arsenal e Chelsea. Preso a parametro zero, a Roma si è capito perché Mourinho non lo faceva giocare più. La Roma con lui sperava di ripetere l’affare Maicon. È andata male, tanto che per un po’ a Trigoria hanno sperato che potesse accettare le lusinghe della Major League.
RIMANDATI - Dietro la lavagna anche Astori e Yanga-Mbiwa. Il centrale lombardo doveva regalare qualità alla manovra giallorossa, aiutare anche in fase di costruzione, proprio come faceva Castan. Non ci è riuscito, palesando evidenti limiti anche in marcatura e nelle spaziature. Yanga-Mbiwa era invece arrivato per fare il quarto centrale, strada facendo si è ritrovato titolare quasi senza neanche saperlo. Alla fine è arrivato anche il riscatto, l’impressione è che la Roma si sia incartata, non si pensava potesse giocare più di 20 gare. E il prezzo finale (9 milioni, tra prestito e riscatto) è quasi da brividi.
PROMOSSO - Tra i nuovi giallorossi, chi invece va promosso a pieni voti è Keita, l’uomo dei mille trofei. Garcia aveva garantito per lui, Seydou ha garantito in campo un po’ per tutti. Quando la Roma è andata in difficoltà, lui l’ha presa per mano e tenuta a galla. Se Strootman è una lavatrice, lui è un congelatore: gli dai la palla e non la perde mai.
IN RIPRESA - A corrente alterna Iturbe: partito bene, si è afflosciato strada facendo, a causa anche di un paio di infortuni che gli hanno tarpato le ali sul più bello. Manuel ora sembra in ripresa e può essere la carta in più per il finale di campionato. Di certo, un giocatore su cui credere ed insistere.
I GIOVANI -Paredes strada facendo ha conquistato minuti e considerazione. Uçan e Sanabria sono di fatto ingiudicabili. Il turco sembra fuori ambiente, il paraguaiano ha fatto intravedere qualcosa, ma senza avere spazio. Costati tanto, avranno gloria (forse) il prossimo anno.
A VUOTO - Capitolo finale per gli ultimi arrivati. Ibarbo è ingiudicabile: fuori causa dopo 20’ con la Fiorentina. Idem Spolli. Doumbia finora è il flop dell’anno: pagato 14,4 milioni, doveva far respirare Totti e garantire gol e profondità. Finora ha garantito solo sorrisini diffusi e arrabbiature bestiali tra i tifosi.
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