rassegna stampa

Roma, resta la coppetta «Onoriamo l’Europa League»

La verità, in fondo, sta tutta in una frase di Radja Nainggolan: «Siamo ancora in corsa in tre competizioni, anche se siamo usciti da quella più bella».

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La verità, in fondo, sta tutta in una frase di Radja Nainggolan: «Siamo ancora in corsa in tre competizioni, anche se siamo usciti da quella più bella». Sognava una notte tra le prime 16 d’Europa la Roma, si ritrova tra le 32 cenerentole, quelle che per forza di cose sono costrette a farsi andare bene la sorella minore (e più brutta) della Champions League. Anche se nessuno lo ammetterà, la volevano in pochi a Trigoria, perché c’è un turno in più – si parte dai sedicesimi e la Roma non sarà testa di serie –, le trasferte spesso sono lontane e si gioca sempre di giovedì. Il che significa che, in campionato, Totti e compagni giocheranno spesso di domenica sera o di lunedì, quindi dopo la Juventus che, al contrario, essendo impegnata in Champions, almeno per gli ottavi, dovrà anticipare.

OBIETTIVO SCUDETTO Più pressione sulla Roma quindi, che se andrà avanti, così come i bianconeri, scenderà in campo sapendo il risultato dei rivali allo scudetto, quello che è dichiaratamente l’obiettivo. Da inizio stagione e a maggior ragione da ieri. L’Europa bis comincia invece il 19 e il 26 febbraio, gli ottavi il 12 e il 19 marzo, i quarti il 16 e il 23 aprile, le semifinali il 7 e il 14 maggio, la finale il 27 maggio a Varsavia. «Ora l’obiettivo principale – dice ancora Nainggolan – diventa il campionato, ma onoreremo anche l’Europa League». Dello stesso avviso è Ljajic: «Il nostro obiettivo è lo scudetto e poi tornare in Champions l’anno prossimo. Poi c’è anche l’Europa League, è una bella cosa...». La faccia con cui il serbo lo dice è tutta un programma.

IL VERTICE Troppo fresca la delusione, ieri sera, per pensare ad altro. E troppo presto anche per pensare al mercato, anche se Pallotta e i dirigenti dovranno farlo già stamattina: fossero entrati i 10 milioni della Champions la Roma sarebbe intervenuta in maniera decisa, con gli incassi infinitamente minori dell’Europa League (circa 10 milioni è la cifra che spetta al vincitore) le prospettive inevitabilmente cambieranno. In entrata dovrebbero arrivare un difensore centrale e un terzino: piacciono Chiriches, da prendere magari in prestito grazie ai buoni uffici con Baldini, e Maxi Pereira e Johnson per la fascia. Affari low cost, visto che sia Pallotta sia i dirigenti sono convinti di avere una rosa più che sufficiente per il campionato, la Coppa Italia e l’Europa League. Movimenti ci saranno anche in uscita: cerca una destinazione Borriello, il cui contratto scadrà a giugno, e verranno mandati a giocare i giovani come Uçan e Sanabria. Andrà poi valutata la situazione di Cole: in campionato è stato scavalcato da Holebas, ieri con la tribuna in Champions è arrivata una bocciatura quasi definitiva. Di andare a giocare negli States, dove ha parecchie richieste, l’inglese però sembra avere poca voglia.

FIDUCIA Così come ha poca voglia il d.g. Baldissoni di assecondare la tristezza di gran parte della piazza romanista. Tanto che dice: «L’amarezza c’è ed è tanta, ma l’eliminazione di stasera non è un passo indietro. Siamo all’inizio di un percorso e siamo secondi in campionato, dove dobbiamo fare bene per tornare in Champions. Poi giocheremo l’Europa League per vincerla». La speranza, sua e di Garcia, è che, passata la delusione, anche i giocatori se ne convincano. Per farlo ci sono due mesi di tempo, nei quali l’imperativo che arriva dallo spogliatoio romanista è uno solo: «Riprendiamo la Juve».