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rassegna stampa

I collezionisti: Roma, Pedro e Mkhitaryan indicano la strada giusta

Tanti finora i successi dello spagnolo e dell’armeno. Per Fonseca l’abitudine a vincere è un valore in più

Redazione

Venticinque titoli Pedro, diciannove Mkhitaryan. Se fosse una corsa a chi ha vinto di più, sarebbe in vantaggio lo spagnolo ma non poi di moltissimo, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport".

Se invece fosse – come di fatto poi è – il totale dei trofei portati a casa dai due trequartisti giallorossi, allora Paulo Fonseca può dormire sonni tranquilli nella costruzione della sua nuova Roma. La squadra giallorossa, davanti, è infatti in buonissime mani, soprattutto dal punto di vista dell’esperienza e dell’abitudine a vincere, che poi è una delle caratteristiche che l’allenatore portoghese voleva per plasmare al meglio la sua seconda creatura romanista.

Un’autentica collezione di coppe, scudetti e titoli vari. In tutto, mettendoli insieme, sono ben 44, lasciando da parte invece ogni tipo di riconoscimento individuale. Pedro, ad esempio, ne ha vinti 23 nelle sue avventure con Barcellona e Chelsea e due con la Spagna (Mondiale ed Europeo), tanto che la scorsa estate era diventato il primo giocatore al mondo ad aver vinto praticamente tutto. Micki, invece, si è fermato solo a 19.

A prescindere dal modulo che verrà scelto tra il 4-2-3-1 di base del portoghese o il 3-4-2-1 con cui ha concluso la stagione, Pedro e Mkhitaryan sono sicuramente giocatori che assicurano un ampio bagagli tecnico. Esattamente come Pellegrini, un altro che giocherà da quelle parti. Diverso, invece, il discorso di Zaniolo, che eccelle nella potenza e nell’esplosività, ma che a livello di tecnica pura ha qualcosa in meno rispetto allo spagnolo ed all’armeno.