Cinque punti in quattro giornate non sono rassicuranti, scrive Pierfrancesco Archetti su La Gazzetta dello Sport, anche se il mischione a 36 squadre non permette calcoli definitivi a metà del cammino. Il grado di difficoltà degli oppositori crescerà comunque nella seconda parte, iniziando dalla prossima trasferta in casa del Tottenham. Era inevitabile che la Roma portasse anche in Europa i problemi del campionato, però si attendeva una reazione di fronte a rivali più morbidi e decimati dalle assenze. Non c'è stata, si è vista ancora una squadra confusa, penalizzata da errori individuali, come quello di Svilar sul pari, ma va detto che anche la rete di Mancini è arrivata su un regalo dell'altro portiere. In una partita per niente spettacolare, la Roma doveva gestire meglio la seconda parte della ripresa. Questione di personalità, troppo fragile anche in tutto l'ambiente, partendo dalla società. Il match si accende un poco nella seconda metà, quando arrivano le due reti, entrambi di testa e con gli omaggi citati. Ma a lungo c'è poca Roma, addirittura sorpresa dall'avvio dei belgi, che hanno tre opportunità perché i romanisti non riescono a stringere davanti all'area: gli inserimenti di Khalaili e Niang non vengono arginati e va bene a Svilar che un colpo di testa di Sykes sfila fuori su corner. Nel 3-4-2-1 di Juric, sistemazione simile a quella del collega, Pellegrini è costretto più a arretrare da mediano sinistro e non da suggeritore, mentre Baldanzi si allarga, più avanzato. Quando il ragazzo è più deciso, a inizio ripresa, prende il palo ma viene visto come il segnale che qualcosa cambia. Però la fiammata non dura. I ritmi rimangono sempre troppo bassi, i giallorossi in bianco non alzano la velocità e dalla fasce arriva poco. La Roma alla fine prova ad andare sotto la curva ma viene respinta fra gli insulti.
La Gazzetta dello Sport
Roma, pari flop e Juric resta sul filo
Anche in Belgio contro modesti avversari, la squadra ha molto deluso. Tecnico sempre più in bilico
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