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rassegna stampa

Roma, ora è gelo fra Pallotta e Friedkin

Dopo il no a 575 milioni il texano si defila. Il presidente: "Ai conti del club penso io"

Redazione

Nel braccio di ferro virtuale fra James Pallotta e Dan Friedkin - con la Roma sul piatto - tattiche e strategie hanno come fine quello di spuntare il miglior prezzo possibile, in entrata o in uscita, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.

D’altronde, nonostante la pandemia, il dialogo fra le parti non si è mai interrotto, tant’è vero che il magnate texano (ma di origine californiana) negli ultimi giorni ha messo sul piatto un’offerta non banale in tempi di Covid: 575 milioni, più 20 di prestito. E la risposta presidenziale, modulata dal silenzio, è stata no, anche se ieri Pallotta ha bollato la notizia - confermata dagli ambienti finanziari - come "fake news". Ma così non è. Risultato? La rottura sembra ormai vicina, anche se negli affari mai dare nulla per scontato.

A questo punto tocca a Pallotta, che non vuole far perdite. Tra l’altro, ora che il nuovo stadio pare più vicino, è possibile che creda che il valore della società, nel medio termine, possa salire, e questo lo spinge all’attesa, magari pensando anche operazioni di factoring su incassi futuri. "Non ho sempre garantito alla Roma quello che serve? Lo farò anche stavolta", fa sapere.

In che modo? Visto che il Decreto Liquidità, dovuto alla pandemia, gli consente di posticipare i finanziamenti a fine anno, aspetterà il mercato per vedere il ricavato delle cessioni, e a quel punto si muoverà per garantire ciò che serve.

Inutile dire, però, che il timore di molti è che, se arrivasse un’offerta super per i gioielli Zaniolo e Pellegrini, l’ipotesi di cederli potrebbe esistere.