Il futuro «in trasferta» delle gare casalinghe della Roma, tratteggiato prima dal d.g. Mauro Baldissoni e poi sposato da Luciano Spalletti, non è nient'altro che una provocazione in piena regola, dicono da Trigoria, per alzare l’attenzione sul tema della fruibilità dell’Olimpico, nel momento in cui la questione relativa al nuovo stadio di proprietà entra nel vivo. Niente gare interne da giocare a Perugia, Terni, Frosinone, Latina o Pescara, ma tutto pronto per sedersi a tavolino col Coni, che non vuole commentare, in attesa di ridiscutere l’affitto in scadenza nel 2017 e che costa al club 3,5 milioni a stagione, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport".
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Roma, Olimpico addio? «Se i tifosi non vengono meglio andare altrove»
Quella di Baldissoni non è nient'altro che una provocazione in piena regola, dicono da Trigoria, per alzare l’attenzione sul tema della fruibilità dell’Olimpico
Tutto chiaro, come l’ormai lungo braccio di ferro tra forze dell’ordine e tifosi della Sud che, oltre alle barriere, devono ora metabolizzare anche le multe per cambio di posto o sosta nelle vie di fuga. «Siamo stupiti – spiega il d.g. –. Faremo vigilare anche i nostri steward». In generale, l’ipotesi trasloco non ha choccato. Se si pensa che nel 2007, quando Lotito ipotizzò di costruire lo stadio a Valmontone, il tifo laziale s’imbizzarrì, stavolta quello giallorosso sembra più pacato.
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