Radja Nainggolan ha descritto bene la metamorfosi della Roma; «Siamo meno belli magari, ma certe partite in passato non le avremmo vinte». Negli ultimi 180’, infatti, come scottolinea Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport, la squadra di Spalletti ha messo in mostra meno qualità ma più sostanza. Migliorato il lavoro di tutta la squadra soprattutto in fase difensiva. Non a caso, Szczesny non ha preso neanche un gol e ha subìto pochissimo.
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Roma nuova bellezza. E i muscoli fanno gol
Da Strootman a Nainggolan: le ultime reti decisive sono il frutto di un cambiamento di rotta dopo Empoli
Dopo la trasferta di Empoli Spalletti ha insistito su un concetto: vincere anche le partite «sporche», quelle dove il gioco viene meno, e la Roma lo ha preso (quasi) sempre in parola. Ha perso a Bergamo, contro un’Atalanta in stato di grazia, ma poi è diventata molto più concreta contro Bologna (3-0), Pescara (3-2 pur soffrendo nel finale), Lazio e Milan. Il ritorno di Rüdiger è stato fondamentale: da quando è rientrato, il tedesco ha giocato tutte la partite di campionato, rifiatando solo con l’Astra Giurgiu, testa, gambe e polmoni della concretezza romanista.
Una concretezza più che mai necessaria sabato sera allo Juventus Stadium: d’altronde, basti pensare all’ultima partita giocata lì dalla squadra di Spalletti. Il tecnico era alla seconda presenza in giallorosso, la Roma comunque se la giocò senza essere schiacciata, a decidere tutto la zampata del campione, che di nome fa Paulo e di cognome Dybala. Novanta minuti chiari di quello che, in questi anni, è sempre stata la Juventus, che adesso la Roma va a sfidare nel suo fortino. Bella forse no, ma determinata sì. E per Spalletti è la notizia migliore. Non può essere un caso, infatti, che lunedì abbia riempito di complimenti Dzeko per la prestazione di sostanza quando, nelle scorse settimane, anche dopo doppiette e triplette, erano arrivati più schiaffi che carezze.
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